Giuseppe Conte non vede niente di straordinario negli sforzi fatti dall’Italia, diventato Paese eletto a modello dagli altri Stati del mondo per l’impegno e il rigore messi in campo nel contrastare la pandemia di coronavirus. “Dietro i dati io non vedo alcun miracolo, solo i sacrifici. Oggi questi sforzi ci permettono di affrontare questa seconda fase con la massima attenzione” ha detto il premier nel corso di un’intervista rilasciata a Le Monde, durante la quale gli veniva chiesto come lo Stivale fosse riuscito a tenere sotto controllo la diffusione del contagio.
La testata francese parlava appunto di “un miracolo”, in riferimento al nostro Paese. Ma per Conte è piuttosto il frutto dei sacrifici di tutti i cittadini e delle politiche prudenti messe in campo. “Non abbassiamo la guardia, perché siamo coscienti che una o due settimane di distrazione potrebbero condurre a una nuova fiammata”, ha proseguito il presidente del Consiglio.Conte ha ricordato i drammatici momenti dell’inizio dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese ed poi tornato con la mente ai giorni di fine febbraio:”Anche quando il numero dei morti aumentava di giorno in giorno, noi abbiamo sempre creduto che bisognasse essere trasparenti. Non abbiamo mai smesso di comunicare i dati. E per quanto riguarda le misure adottate, noi abbiamo sempre cercato di assicurarci che fossero comprensibili negli obiettivi e mai sproporzionate”.
Il premier ha poi parlato delle recente scelte del suo governo: “Abbiamo approvato un nuovo decreto, elaborato per affrontare questa nuova fase. C’è una risalita della curva dei contagi, per questo abbiamo ritenuto opportuno prorogare lo stato d’emergenza. Le mascherine bisogna portarle sempre con sé quando si esce di casa, e bisogna indossarle sempre, a meno che non ci si trovi in situazioni di isolamento. Dobbiamo essere più rigorosi, per evitare nuove misure restrittive per le attività commerciali. Abbiamo una forte raccomandazione per i cittadini: in famiglia bisogna mantenere la distanza, per proteggere i nostri familiari, amici. Le relazioni amicali e familiari sono i casi in cui più si diffonde il contagio”.
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