Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Ma cosa è andato a fare il leader del Movimento 5 Stelle in quello che per ben tre anni è stato il suo ufficio quando ha ricoperto per due volte il ruolo di presidente del Consiglio? Nessun incontro con il premier attuale Giorgia Meloni, come qualcuno aveva sospettato all’inizio. Conte ha semplicemente consegnato una petizione con oltre 20mila firme, raccolte tra lavoratori e imprenditori del settore edile, sul tema del superbonus e sulla cessione del credito di imposta.
Subito prima di recarsi nella sede del governo, Giuseppe Conte aveva partecipato ad una manifestazione organizzata dal comparto edile sempre a Roma, in piazza Santi Apostoli, per lo sblocco delle cessioni dei crediti fiscali legati al Bonus 110%. Il leader pentastellato ha infatti deciso di ergersi a portavoce delle rivendicazioni dei lavoratori di questo settore cruciale per l’economia italiana. Da quanto si apprende, però, non ha nemmeno incontrato il premier Meloni, impegnata nel vertice Ue-Balcani a Tirana, in Albania.
In precedenza, al termine di un incontro con il segretario della Cgil Maurizio Landini, lo stesso Giuseppe Conte aveva picchiato duro contro i provvedimenti economici del governo. “Viene cancellato il reddito di cittadinanza e viene introdotta l’evasione di cittadinanza. – così il leader M5S – Vengono premiati i cittadini che girano con cinquemila euro in contanti. Questo è fortemente recessivo per il Paese, perché abbiamo un’economia sommersa che viene favorita, evasori e corrotti che vengono favoriti, chi lavora con il riciclaggio di denaro. Oggi è arrivato il commento contro la manovra anche da Bankitalia, dopo la Corte dei conti e Confindustria”.
“Dobbiamo invece recuperare quei 100-120 miliardi di economia sommersa sottratta alla ricchezza del Paese e alla gente onesta. – ha proseguito Conte – Di fatto ci ritroviamo con un governo che è molto forte con i poveri e con il ceto medio. Ieri il ministro Crosetto ha dovuto ammettere che questa manovra penalizza anche il ceto medio completamente impoverito, mentre si inchina ai poteri forti”.
“Siamo passati da Draghi che non è riuscito a scrivere una norma decente sugli extraprofitti, da cui voleva ricavare 10 miliardi che non sono mai arrivati, a un governo che ridenomina quella norma come contributo straordinario e vuole ricavare esplicitamente solo due miliardi e mezzo. Pensate che effetto di sperequazione si crea nel nostro Paese,”, ha poi concluso Giuseppe Conte.
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