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Conte agli italiani: “Continuate a cantare l’inno, tutti uniti ce la faremo”

Giuseppe Conte torna a parlare, nel bel mezzo dell’emergenza nazionale che sta mettendo in ginocchio l’Italia alle prese con il coronavirus. Lo ha fatto, stavolta, non con la solita conferenza stampa a reti unificate ma attraverso i socia, per la precisione Twitter, per dire grazie a tutti quei cittadini che in questi giorni non si sono arresti e continuano a combattere una durissima battaglia. Cantando, battendo le mani, per ricordare al mondo che il Paese c’è ed è ancora vivo, forte.

“Ognuno di noi, con la propria determinazione, può offrire un prezioso contributo per vincere questa battaglia”sono state le parole con cui Conte ha scelto di accompagnare un nuovo video che raccoglie immagini di italiani che cantano l’inno nazionale dai balconi e dalle finestre di tutto il Paese. “Facciamo risuonare ancora il nostro Inno. Possono separarci una porta, un balcone, una strada. Ma niente e nessuno potrà separare i nostri cuori. Uniti ce la faremo”, ha poi concluso il presidente del Consiglio.Un modo per rilanciare l’iniziativa che in queste ore ha visto gli italiani trasformare il proprio condominio, il proprio terrazzo, la propria finestra in una sorta di megafono con il quale parlare e mostrarsi al mondo. L’inno di Mameli, i brani pop, le bandiere che sventolano. Scene che si sono susseguite in ogni Regione d’Italia. Insieme ai disegni, spesso fatti dai più piccoli e coloratissimi, con l’augurio “andrà tutto bene”.
Parole di incoraggiamento che arrivano in un momento molto delicato per il Paese, con l’allarme lanciato dal governatore della Lombardia Attilio Fontana: “Siamo vicini al momento in cui non avremo letti di rianimazione”. Il problema principale è trovare nuovi respiratori, grazie a quelli infatti avrà un senso la realizzazione di un ospedale da 500 posti nei padiglioni della Fiera di Milano, progetto già annunciato nei giorni scorsi. Negli ospedali, intanto, si cercano letti che potrebbero essere utilizzati per i pazienti colpiti dal coronavirus.

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