“Non ho mai sottovalutato la pandemia”. È sicuramente questa la dichiarazione più forte del premier durante la sua informativa alla Camera di questa mattina, 29 ottobre. Una risposta alle critiche che gli piovono addosso dalla stampa, dall’opposizione e ora anche da parte della maggioranza. Conte non ci sta a spiega le decisioni del governo: “Ritorno qui in Parlamento per illustrare le ulteriori misure restrittive adottate dopo la subdola e repentina impennata della curva. Come è noto la sera di sabato 24 ottobre ho firmato un Dpcm alla fine di un lungo e articolato confronto con la maggioranza e le Regioni”.
“Le misure hanno l’obiettivo di mitigare e raffreddare la curva del contagio al fine di alleviare il carico già pesante sul sistema sanitario. Le misure si basano sui principi di massima precauzione, proporzionalità e adeguatezza. Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo e da una condizione di necessaria allerta. Non abbiamo mai sottovalutato la pandemia”, osserva il premier. Che poi precisa: “Una curva epidemiologica in rapida crescita con diffusione del virus su tutto il territorio, con positivi cresciuti in maniera preoccupante, risulta difficoltoso ritracciare le catene di trasmissione, come sta avvenendo in molti Pesi europei, in particolare in Francia e Germania, questo quadro epidemiologico sta determinando una pressione seria sul sistema sanitario”.
Aggiunge Conte: “Allo stato l’epidemia risulta compatibile con lo scenario ti tipo 3, con rapidità di progressione maggiore in alcune regioni. Lo studio prevede proprio quelle misure alle quali il governo si è attenuto”, continua il presidente del Consiglio. Quindi, stabilendo le restrizioni del Dpcm “non abbiamo agito secondo criteri arbitrari o operando un’impropria gerarchia di valori tra attività”. Poi entra nel dettaglio. “Nel primo pomeriggio di sabato abbiamo inviato la bozza del decreto al Comitato tecnico scientifico sollecitandone un parere e con verbale 121, qualche ora più tardi, il Cts ha risposto che ‘dopo ampia analisi condivide i provvedimenti formulando alcune limitate osservazioni’ che il governo ha sostanzialmente recepito”.
Conte osserva che si tratta di una stretta necessaria, ma dolorosa. “Vorrei ribadire che la scelta di sospendere o ridurre le attività in alcuni settori non deriva dal mancato rispetto di misure di sicurezza, che sono state adottate anche a prezzo di sacrifici, ma una scelta così radicale e dolorosa è legata all’esigenza di ridurre un contagio diffuso e esponenziale, riducendo le occasioni di socialità, specie in quei contesti in cui è più facile che venga abbassata la guardia – sottolinea il premier – Ribadisco quindi che le attività sospese dal Dpcm non sono state sospese perché non ritenute essenziali. La scelta discende esclusivamente dalla necessità, fondata su evidenze scientifiche, di diradare il più possibile i contatti sociali. Per lo stesso motivo abbiamo deciso la didattica a distanza per le scuole superiori”.
Doveroso un commento sul mondo dello spettacolo, costretto a un ulteriore sacrificio con lo stop ai cinema, ai teatri, agli spettacoli, come dispone l’ultimo decreto. “È stata una scelta tra le più dolorose – osserva Conte – I protagonisti del mondo dello spettacolo stanno affrontando, ormai da molti mesi, enormi difficoltà. Purtroppo gli stessi protocolli di sicurezza hanno limitato la presenza del pubblico, contribuendo al depauperamento del settore. La scelta ci pesa anche, se non di più, per il valore sociale e culturale di questi luoghi, sappiamo quanto in quegli spazi la persona nutra lo spirito, in quei luoghi si rafforza il sentimento di appartenenza ad una dimensione collettiva”, spiega.
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