Il premier Giuseppe Conte ha illustrato alla Camera le misure di carattere nazionale contenute nel nuovo Dpcm che il governo si appresta a varare domani: didattica a distanza al 100% alle scuole superiori, limiti alla mobilità fra Regioni a rischio, centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi. E ancora: chiuderanno anche i musei, le sale bingo e quelle scommesse, i mezzi pubblici potranno essere pieni al 50% e ci saranno limiti alla circolazione delle persone di sera. Rispetto alle anticipazioni date da più fonti circa un coprifuoco nazionale alle 21, il presidente del Consiglio non ha specificato l’orario, parlando genericamente di “tarda serata”.
Ci saranno poi norme più stringenti differenziate per Regioni, suddivise per fasce di rischio. “Nel prossimo Dpcm – ha spiegato Conte – indicheremo 3 aree con tre scenari di rischio e misure via via più restrittive. L’inserimento di una Regione avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute. La pandemia corre repentinamente in Europa, costringendo ogni Paese a varare nuove misure restrittive di settimana in settimana. Entro mercoledì saranno pronte nuove restrizioni”, ha detto Conte in aula. “Rimetto al Parlamento ogni decisione rispetto alla necessità di misure necessarie con la massima speditezza” per arginare “il repentino aumento del contagio, anche perché entro il prossimo mese saranno 15 le regioni a rischio”, ha aggiunto all’inizio del suo discorso ai deputati.
“Il Parlamento – ha proseguito – potrà esprimersi prima dei provvedimenti del governo e do la mia disponibilità ad accogliere i rilievi che arriveranno”. Conte ha dunque nuovamente aperto al dialogo con le opposizioni: “Ho prospettato ai leader delle opposizioni un tavolo di confronto con il governo, ma al momento questa proposta è stata rifiutata”. Ma ha specificato: “Se ci fossero ripensamenti posso confermare che la proposta del governo permane immutata e non sottende una confusione di ruoli o sovrapposizione di responsabilità: il governo è consapevole della piena responsabilità di ogni sua decisione”.
Durante il suo intervento alla Camera il premier ha lanciato l’allarme: “Il quadro epidemiologico è in via di transizione verso lo scenario 4 con particolare riferimento ad alcuni territori. L’indice Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese”.
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