Una cura che sta funzionando, quella messa in piedi dal governo per aiutare l’Italia a rialzare la testa. Lo ha detto il premier Conte, parlando di numeri incoraggianti nel commentare la riapertura degli spostamenti tra Regioni, confermando però l’attenzione alla curva del contagio in ogni Regione: “Ci siamo ormai inoltrati nella stagione bella. Giusto che ci sia una socialità ritrovata. Ma è bene ricordare sempre che se siamo oggi in questa condizione, tra i primi Paesi europei a poter riavviare le attività economiche e sociali, è perché abbiamo accettato insieme di compiere dei sacrifici e modificare le nostre abitudini di vita. Facciamo attenzione ancora”.
“Abbandonare l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale sarebbe un grave errore, i contagi continuano a essere registrati quotidianamente – ha spiegato Conte – ora anche i turisti europei possono viaggiare in Italia senza sottoporsi a quarantena. Vogliamo tornare meta ambita, concentrarsi per promuovere il brand Italia nel mondo. Ora però dobbiamo fare i conti con un’emergenza economica: abbiamo stanziato già 80 miliardi di euro. Dei ritardi ho chiesto già scusa e siamo già al lavoro per evitarne altri. Inizieremo un percorso di rilancio, continueremo a intervenire per tanti settori in difficoltà”.
“Dovrà essere un nuovo inizio – ha poi spiegato Conte – con lo spirito del 2 giugno di cui ha parlato il presidente Mattarella. La Commissione Europea, grazie al sostegno dell’Italia, ha messo sul tavolo una proposta da 750 miliardi con il Recovery Fund, un’occasione che dovremo sfruttare al meglio. Il nostro Recovery Plan servirà a modernizzare il Paese, incrementare i pagamenti elettronici, lavorare all’innovazione, aiutare le famiglie ad accedere alla banda larga, sostenere le nostre piccole e medie imprese, rilanciare gli investimenti tagliando la burocrazia, investire nelle reti telematiche, idriche ed energetiche. Il sistema Italia andrà accompagnato nella transizione energetica verso un’economia sostenibile”.
Conte ha poi ribadito l’impegno per offrire posti ai nostri ricercatori e per investire nella scuola, oltre che per lo snellimento di processi lunghissimi che allontanano gli imprenditori dal Paese. “Poi occorrerà una seria riforma fiscale e la lotta alle disuguaglianze. Un progetto impegnativo, ma la somma che ci darà l’Europa non dovrà essere considerata come un tesoretto per il governo di turno, ma come un bene per l’intero Paese di cui noi avremo la responsabilità di spesa. Per questo convocherò a Palazzo Chigi i principali attori del sistema Italia, dalle parti sociali ai rappresentanti di categoria, per raccogliere idee e suggerimenti”.
“I negoziati in Europa saranno duri, a noi spetterà non sprecare questa occasione. Tutti insieme ce la possiamo fare e sono sicuro che ce la faremo”.
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