Giuseppe Conte ribadisce la volontà di difendere la didattica in aula da parte del governo. Intervenuto durante la festa del Foglio per rispondere alle domande del direttore Claudio Cerasa al Festival dell’Ottimismo, il premier ha infatti spiegato: “La scuola non è solo un tema culturale. L’offerta formativa a distanza rischia di oscurare il valore della relazione interpersonale. Riteniamo di dover continuare a difendere fino alla fine la didattica in presenza. Ma dobbiamo rimanere vigili, perché la priorità è la salvezza del Paese”.
Sul vaccino, Conte ha confermato l’ottimismo per l’arrivo delle prime dosi a dicembre: “Ragionevolmente arriveranno qualche milione di dose per paese, e dovremo avere un piano per distribuirli alla fascia di popolazione più fragile . Ma per vedere gli effetti, a mano mano che si potranno raggiungere centinaia di milioni di dosi, dovremo aspettare primavera”.
Mentre la Spagna ha annunciato di voler rinunciare ai prestiti garantiti dal Next Generation Eu, Conte è di tutt’altra idea: “I sussidi li prendiamo tutti, ci torneranno utili per portare a termine il processo riformatore del Paese”. Il Mes? “Uno strumento che non ci entusiasma, ma sono d’accordo con il commissario Gentiloni quando dice che non ha le condizionalità del passato”.
Sulle possibili, nuove restrizioni Conte ha chiarito: “Il quadro nazionale va integrato con le misure prese a livello territoriale. Fermo restando il nostro metodo di lavoro: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità. Stiamo esaminando il rapporto dell’Iss per capire se intervenire ancora. Quest’estate l’unica distrazione che mi sono concesso è stata in campagna a pochi chilometri da Roma. Governare un paese in pandemia è un esperienza incomparabile. Auguriamoci che non ci sia un paragone in futuro”. Per un ritorno alla normalità, il premier ha parlato di “primavera, anche se speriamo prima”.
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