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“Conte si dimette!”. Al Quirinale prima del voto su Bonafede: cosa succede ora

È la settimana decisiva per Conte e per l’attuale maggioranza. I nodi verranno al pettine. Tra pochi giorni si voterà sulla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e sarà il primo test per contare i voti dopo aver incassato una fiducia risicata in Senato. Il partito di Renzi ha già preannunciato il suo voto contrario e una bocciatura del Guardasigilli potrebbe mettere in discussione la capacità dell’esecutivo di poter effettivamente governare. Per questo e altri motivi, tra le ipotesi ora in campo c’è quella di un governo cosiddetto di “salvezza nazionale”, che sarebbe un Conte ter con una maggioranza allargata anche al centro e di cui potrebbe tornare a fare parte anche Matteo Renzi. Oltre a vari pezzi di Forza Italia. Ma una cosa è ormai certa: Conte si dimetterà.

Conte quindi ora pensa alle dimissioni e al reincarico. Ma il premier è preoccupato. Teme di rimanere fregato sul più bello. Una volta dimessosi, tutto è possibile. E ad alimentare questi pensieri c’è anche l’incredibile apertura di Renzi a Di Maio: pur di far fuori Conte, gli avrebbe proposto di fare lui il premier. Le dimissioni del presidente del Consiglio al Quirinale formalizzerebbero la crisi. Solo dopo si potrebbe parlare di un allargamento della maggioranza. Le alternative percorribili per Conte, al momento, non sono molte: i numeri in Senato sulla relazione di Bonafede si preannunciano critici nei confronti del governo, che con ogni probabilità vedrebbe bocciato il su0 capodelegazione Cinque Stelle.

Un voto che andrebbe quindi ad indebolire l’intero esecutivo nonché il presidente del Consiglio. Per questa ragione, Conte potrebbe decidere di passare per l’apertura formale della crisi prima del voto su Bonafede in Parlamento: e solo allora lancerebbe un appello a tutte le forze politiche – soprattutto i centristi – affinché si formi un governo di salvezza nazionale. Anche Pier Ferdinando Casini, intervenendo alla trasmissione Mezz’Ora in Più, ha ipotizzato praticamente un’operazione di questo tipo: “Conte dovrebbe andare al Quirinale e dimettersi e portare la crisi a un confronto pubblico. Aprire la strada per essere re-incaricato. Recuperare dialogo con Renzi”.

Il passaggio dal Conte bis al Conte ter, quindi, potrebbe iniziare con le dimissioni del presidente del Consiglio nelle prossime ore, che poi farebbe un passaggio con il presidente della Repubblica, chiedendo un reincarico per la formazione di un nuovo governo: si passerebbe quindi per l’appello alle forze del centro e il voto di fiducia in Parlamento. Ma non tutto è così semplice, Conte ora sa che camminerà su un campo minato.

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