C’era lui a Palazzo Chigi. E oggi vuole ricordare le vittime, tutte le vittime, del Covid. L’ex premier Giuseppe Conte, in occasione della prima giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus, che si celebra oggi, 18 marzo, data in cui, esattamente un anno fa, a Bergamo i mezzi militari uscivano dalla città trasportando le salme delle vittime in attesa si sepoltura, scrive un intenso messaggio sui social: “Oggi è la Giornata nazionale dedicata alle vittime di questa pandemia. Il ricordo ci riporta a quei giorni in cui acquistammo tutti la piena consapevolezza che la salute dei nostri cittadini, anche dei più anziani e vulnerabili, sarebbe stato il valore supremo da difendere, la cifra della nostra civiltà”. (Continua a leggere dopo la foto)
Scrive ancora Conte: “Fu allora che ci persuademmo che i sacrifici personali, grandi o piccoli che sarebbero stati, la solidarietà collettiva, la responsabilità condivisa sarebbero stati i nostri imperativi categorici. Il ricordo di tante vite spezzate, il dolore per tanti affetti perduti ci deve ora trasmettere la forza per vincere questa sfida”. (Continua a leggere dopo la foto)
L’ex presidente del Consiglio ha scelto di condividere sui social proprio quell’immagine della lunga fila di camion in una marcia funebre, scattata da un balcone di Bergamo, uno dei luoghi più colpiti nel corso della prima ondata. “Esattamente un anno fa questa fotografia, scattata da un balcone di Bergamo, si diffuse rapidamente in tutto il mondo, divenendo la tragica icona del nostro lutto nazionale. I camion militari che trasportavano fuori città centinaia di bare delle vittime della prima, grande ondata di Covid-19, ci costrinsero a misurarci con una ferita destinata ad aprire uno squarcio di dolore senza fine nella nostra comunità nazionale”, scrive Conte. (Continua a leggere dopo la foto)
Poi conclude: “Sono stati giorni terribili. Il grande senso di responsabilità e la necessità di rimanere lucidi e reattivi ci hanno dato la forza per affrontare questa grande sofferenza collettiva. L’adesione dei cittadini allo slancio unitario di protezione dei più fragili ci ha consentito di non rimanere sopraffatti nel momento più duro della nostra storia più recente. Abbiamo dimostrato di essere una grande comunità nei giorni del dolore. Dimostreremo di esserlo anche nei giorni della speranza e del riscatto. Li attendiamo presto”.
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