Conte non è solo nella sua sfida all’Europa. Oltre al premier italiano, infatti, altri otto leader hanno firmato una lettera congiunta al presidente del Consiglio d’Europa Charles Michel per chiedere, in vista del vertice europeo, la creazione dei cosiddetti “Coronabond” per fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia. Le firme sulla lettera sono quelle di Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Italia.
Dall’altra parte della barricata, però, la Germania continua a manifestare tutta la propria contrarietà di fronte all’idea di un’emissione di debito sovranazionale dell’area euro, con rischi condivisi. Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, lo ha ribadito in queste ore in maniera chiara: “Sugli eurobond l’idea del governo tedesco e della cancelliera non è cambiata: anche in tempi di crisi è ancora necessario che controllo e garanzia restino nella stessa mano”.
Nella lettera inviata a Bruxelles, pubblicata dal Corriere della Sera, i leader europei motivano le loro richieste definendo la pandemia “uno shock senza precedenti. Abbiamo bisogno di intraprendere azioni straordinarie che limitino i danni economici e ci preparino a compiere i passi successivi. Questa crisi globale richiede una risposta coordinata a livello europeo”. Per i leader è necessario attivare “tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali. In particolare, lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia”.
“Questo strumento di debito comune dovrà essere di dimensioni sufficienti e a lunga scadenza, per essere pienamente efficace e per evitare rischi di rifinanziamento ora come nel futuro” si legge ancora nella lettera. La Germania, invece, ritiene sufficienti le misure messe in atto in questi giorni per contrastare gli effetti economici del coronavirus e, sul fronte Mes, ha ribadito l’importanza dello strumento ma senza mettere in discussione le regole attualmente in vigore.
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