Come da pronostico, il voto alla Camera è stato favorevole a Giuseppe Conte, che ha ottenuto il via libera alla fiducia con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti. Il presidente del Consiglio ha quindi ottenuto 6 voti in più della maggioranza assoluta, fissata a 315. Una giornata lunghissima, quella del premier, era iniziata in mattinata con l’intervento in Aula durante il quale aveva rilanciato l’alleanza di governo chiamando all’appello i volenterosi “che hanno a cuore il destino dell’Italia”.
Un discorso durante il quale Conte aveva preso definitivamente le distanze da Matteo Renzi, l’uomo che ha di fatto aperto la crisi di governo, spiegando che in piena pandemia è “senza un plausibile fondamento”, ma lo strappo del leader di Italia viva è “incancellabile”, quindi adesso “si volta pagina”. Il premier aveva poi annunciato una legge elettorale proporzionale e la sua rinuncia alla delega ai servizi, parlando in totale per poco meno di un’ora.
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Conte aveva anche riconosciuto il contributo costruttivo delle opposizioni nei momenti più critici. “Dalle vostre scelte dipende il futuro del Paese – aveva detto Conte ai deputati in sede di replica – il mio progetto, a forte vocazione europeista, è chiaro e nitido per un Paese moderno”.
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Renzi da par suo aveva ringraziato
quanti in Italia viva “resistono a pressioni”, mentre il segretario del Pd Nicola Zingaretti aveva parlato di “numeri angusti”. Conte, dopo aver tiraro il primo sospiro di sollievo, è ora chiamato alla prova più difficile, quella del Senato, nelle prossime ore.
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