Il premier Conte svetta nei sondaggi, con indici di gradimento altissimi. E anche il governo gode di ottima fiducia nell’elettorato e nell’opinione pubblica. Squadra che vince, dunque, non si cambia. Ed è un po’ questo il pensiero che si fa sempre più forte in vista delle prossime elezioni politiche. La tattica dovrebbe essere questa, Conte candidato premier con il Movimento 5 Stelle, un’alleanza già decisa e programmatica con il Pd e un assalto alla diligenza del centrodestra sempre più diviso e meno ficcante. A dare notizia del retroscena è il Corriere della Sera: “Una data — primavera 2022 — e uno scenario: Beppe Grillo, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista insieme per programmare le Politiche. Con una novità, quella del premier Giuseppe Conte in prima linea per la campagna elettorale con i Cinque Stelle. Un piano che pare lontano. Ma che necessita di tre tessere per andare a dama”.
E quali sono queste tre tessere? “È un mosaico complesso – scrive il Corriere – che riguarda il presente del Paese e il futuro del Movimento. Attori e soggetti con ruoli e pesi diversi: Conte, i big storici Cinque Stelle e il gruppo parlamentare. Un gruppo sempre più inquieto, che ha preso di mira in parte sia il premier sia alcuni esponenti della componente governativa pentastellata (su tutti i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro). Le tensioni sono soffocate dalla situazione dell’Italia e del governo: mani legate per ora, rimpasti solo disegnati, ma messaggi e movimenti sottotraccia per definire schieramenti e rapporti di forza”.
I big hanno preso posizione, stretto un accordo tra loro per tenere la barra dritta in questa fase di emergenza sanitaria ed economica, mettendo in secondo piano la scelta del capo politico (con Alessandro Di Battista però sempre pronto in rampa di lancio). “Il gruppo scalpita e chiede maggior peso. Non vuole ripetere trattative come quella sui migranti e una fronda minaccia: ‘D’ora in poi gli accordi saranno perfezionati in Aula’. In un gioco delle parti sempre più delicato, Conte — che è stato attaccato dai renziani — può farsi forte del rapporto privilegiato con Beppe Grillo. L’obiettivo è stato spostato. Per lui, come per i vertici, non si guarda più a breve-medio termine. Ma bisogna tenere insieme un puzzle (parlamentare) che sembra sempre in procinto di spezzettarsi”.
“Alcuni parlamentari pensano di non avere prospettive e sono scoraggiati guardando i sondaggi. Invece sbagliano – ragionano fonti di alto profilo M5S -. Il Movimento può tranquillamente puntare al 40%. Immagina una campagna elettorale con Conte, Di Maio, Di Battista, Fico, Taverna, Fraccaro e anche Grillo. Si vola”. Parole che suonano anche come un assist per una alleanza più consolidata con i dem. E infatti chi tira le fila ipotizza: “Anche semplicemente avvicinarsi al 30% significherebbe governare per altri 5 anni col Pd. Pd con cui c’è molta più sintonia rispetto al passato”. Parole che suonano come una tregua per i malumori e aprono scenari nuovi e di vittoria.
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