Condividono entrambi l’astio nei confronti di Matteo Renzi e l’essere stati defenestrati proprio da Renzi. E ora si ritrovano a guidare il Movimento 5Stelle e il Pd, destinati a unirsi in vista delle prossime elezioni proprio per emarginare definitivamente il leader di Italia Viva. Nelle loro primissime conversazioni Conte è stato chiaro, e a Letta ha detto: “O me o Renzi”. Ed è facile intuire cosa gli abbia risposto il “sereno”. Da una parte dunque uno dei due volti della nuova stagione (l’altro è ovviamente Mario Draghi), dall’altra lo sconfitto della vecchia stagione. I due si stimano e il faccia a faccia è circondato da discrete vibrazioni, non foss’altro per il fatto che ognuno dei due cerca alleati disperatamente. (continua dopo la foto)
Letta vuole stringere un accordo con Conte e il suo M5s perché nella logica del segretario del Pd c’è da fondare un grande blocco in ottica anti-destra. Una coalizione più larga possibile per evitare la sicura sconfitta nel 2023. Dunque serve anche un M5s magari ripulito dalle sue posture antipolitiche ed è a questo che l’invocato Conte sta lavorando. Oggi, però, non verrà certo siglato nessun patto storico, ma solo uno scambio su cose concrete tipo la partita delle comunali. (continua dopo la foto)
Il leader dem ha congelato la situazione per rendersi conto (soprattutto a Roma) se sia possibile una qualche forma di accordo. Come sottolinea Linkiesta, però, “quella di Letta è un’impostazione del tutto diversa da quella di Zingaretti che presupponeva un’alleanza strategica con il M5s (e LeU, nel frattempo rottasi in due pezzi), un’idea frontista basata tra l’altro su una conventio ad excludendum, quella dei riformisti della zona centrale del Parlamento, da Renzi a Calenda agli altri. Letta che ha già visto Calenda e Speranza e vedrà Renzi in un vis-à-vis interessantissimo per molti motivi, non ha nessun interesse a tagliare fuori nessuno”. (continua dopo la foto)
Il suo progetto vuole essere inclusivo, a differenza di quello del segretario precedente dimessosi con rabbia. Ma è difficile pensare che Conte possa digerire di nuovo Renzi. Ma la leadership del Movimento è vacante da mesi e anche Conte ha bisogno del Pd. Per recuperare un minimo di protagonismo il M5s ha assoluto bisogno di tornare competitivo anche a livello locale, ed è per questo che Roberto Fico si sta muovendo forte per la carica di sindaco a Napoli mentre un risultato insperato sarebbe conquistare la Regione Lazio nel caso in cui davvero Zingaretti dovesse correre a Roma imponendo così nuove elezioni regionali mettendo in pista la grillina Roberta Lombardi.
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