La domanda è molto semplice e, visto come sono andate le cose, è stata molto semplice anche la risposta. “Come ho fatto a fidarmi di Renzi? Non sono mai stato sereno”. L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ospite di “Dimartedì” (La7) torna a parlare della caduta del Governo Conte Due dopo il mancato sostegno di Italia Viva. “Ma per un semplice motivo: un premier in piena pandemia non può essere sereno. Se poi lui ha avuto sin dall’inizio un’agenda personale e partitica diversa da quella del sostegno al governo, fatti suoi”, aggiunge. “Cosa ho pensato dopo la caduta del governo?”. Qui Conte si prende una pausa. (Continua a leggere dopo la foto)
“Ho pensato – dice – che la democrazia parlamentare funziona così. Se una forza che sostiene la maggioranza fa venire meno il proprio appoggio in piena pandemia, ci sta anche questo, anche se molti italiani sono rimasti un po’ disorientati da questa iniziativa. Però è giusto così. È chiaro che una crisi come quella, uno stallo provocato per circa due mesi, ha fatto molto male agli italiani e ha acuito anche le sofferenze e ovviamente te ci sono state le condizioni per un governo di unità nazionale”. (Continua a leggere dopo la foto)
Alle critiche sulla sua adattabilità alla destra e alla sinistra, Conte risponde: “Pubblicherò tutti i discorsi pubblici fatti, nel Conte Uno e nel Conte Due. Vi sorprenderete: c’è una assoluta continuità, non ho mai cambiato registro. Ovviamente il contesto politico ti costringe a fare mediazioni diverse ma la mia linea su tutti i temi è stata sempre quella, sia nel Conte Uno, sia nel Conte Due. Forse nel Conte Uno la mia voce era meno sonora – conclude – poi c’è stato un processo di maturazione personale”. (Continua a leggere dopo la foto)
Poi conclude: “Posso assicurare che io non sono cambiato. Un complotto dietro alla caduta del Conte Due? A me i complotti non interessano. Hai voti, vai avanti, cioè riesci a realizzare gli impegni presi coi cittadini. Altrimenti è meglio lasciare spazio ad altre soluzioni”.
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