“Il Natale alle porte rappresenta un momento di serenità per le nostre comunità, ma allo stesso tempo siamo chiamati proprio ora a mantenere alta la guardia. Perché la pandemia ha comportato un costo umano devastante e ha messo a dura prova le nostre abitudini. Questo sarà un Natale diverso, ma lo sviluppo dei vaccini e il loro lancio a breve sono più di un segnale di speranza per tutti noi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un videomessaggio realizzato assieme agli altri 26 leader europei.
Il commissario Domenico Arcuri illustrando il piano vaccini ha spiegato: “Sarò allo Spallanzani già dalla mattina del 26, perché la Pfizer ha assicurato che le prime 10mila dosi arriveranno un giorno prima. Il carico sarà diviso per 21 e da Roma ripartiranno le dosi per venti presidi regionali. I viaggi dalla Capitale saranno gestiti dalle forze armate. A partire dal 30 gennaio, la Pfizer porterà le dosi nei trecento centri regionali. Abbiamo già la discreta certezza di 38 milioni di dosi per i primi tre trimestri: prima dose e richiamo per 20 milioni di italiani in nove mesi”.
Intanto Conte e Renzi firmano la tregua di Natale: la task force ci sarà ma, rispetto a quella prevista due settimane fa, sarà a dir poco rivoluzionata. Una tregua armata, sancita al tavolo di Palazzo Chigi tra il capo del governo e la delegazione di Italia Viva – senza il suo leader – che può così uscire dalla sede del governo scandendo che la “task force non c’è più”. In realtà, una struttura di missione ci sarà, come spiega il ministro Enzo Amendola. Più che altro, ci deve essere, perché sono le linee guida dell’Ue a chiederla. Ma sarà un nodo che il governo affronterà solo dopo l’ok del Cdm di fine anno al Recovery Plan.
Nel frattempo lo stallo sul Recovery Plan sembra essersi sbloccato. Lunedì o martedì un nuovo confronto tra Conte e le forze di maggioranza analizzerà le proposte che queste ultime avanzeranno sullo scheletro dei 52 progetti consegnati in queste ore dal governo. Poi, il Consiglio dei ministri per l’ok al testo, “auspicabilmente” entro fine anno. Sempre negli ultimi giorni di dicembre inizieranno gli incontri, più tecnici, al Mef. E nei giorni in cui la bozza approderà in Parlamento il governo darà vita ad un nuovo giro di confronti con enti locali, parti sociali, terzo settore. Collegialità, insomma. È sotto questa bandiera che Conte torna sui suoi passi rispetto alla bozza discussa nel Cdm dello scorso 7 dicembre quando, ricorda maliziosamente Teresa Bellanova, “il premier ha parlato per un’ora e 27 minuti della task force”.
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