Determinato, sorridente. Con qualche nodo ancora in gola, però, che si fa evidente quando, a conferenza stampa finita, Giuseppe Conte si è allontanato dal Tempo di Adriano incontrando lungo la strada alcuni sostenitori, con i quali si è fermato per scambiare qualche parola. Lì si è capito ancora una volta, ce ne fosse bisogno, quanta amarezza abbia provato l’ex premier di fronte alle ultime sparate di Grillo, quelle frasi sì pronunciate “con ironia” ma che hanno lasciato il segno. E rischiano di pesare tanto, tantissimo sul futuro del Movimento Cinque Stelle.
Come raccontato da Repubblica, Conte ha ribadito ai presenti, accorsi per un autografo, un incoraggiamento, tutto il suo impegno. E rivendicato i traguardi già raggiunti, come il braccio di ferro con Casaleggio per ottenere la lista degli iscritti, fondamentale per aprire una nuova fase del M5S, e le ambiguità nei rapporti con la piattaforma Rousseau, definitivamente alle spalle. Deluso, l’ex premier. Ma anche determinato: ha messo i suoi paletti, ora la palla passa a Grillo. Lui, l’Avvocato del Popolo, non è disposto a ulteriori concessioni.
Con Grillo, Conte ha usato parole dure, alternate però a continui apprezzamenti. Arrivando a parlare anche di una profonda stima personale, auspicando ancora che tra i due possa arrivare alla fine una fumata bianca. Difficile, non impossibile. Nell’attesa che sia il garante, ora, a fare la sua mossa, l’ex premier si è difeso dalle accuse di voler fare un proprio partito personale o di puntare a una trasformazione del M5S in una sorta di Dc 2.0: “Impossibile, il Movimento ha una carica radicale e se il mio progetto sarà accettato saremo ancora più intransigenti di prima sui principi”.
A giocare dalla parte di Conte, la consapevolezza che in questo momento un altro leader, semplicemente, non c’è. Ne sono consapevoli Di Maio e Patuanelli, i due big che più si stanno sbracciando in questi giorni per convincere Grillo a seppellire l’ascia di guerra e dare definitivamente il via libera alla nuova fase del Movimento. Anche perché alle elezioni mancano ancora due anni. E in caso di rottura con l’ex premier, l’ipotesi di un partito dell’Avvocato del Popolo prenderebbe forma davvero, togliendo altro consenso vitale sotto i piedi dei grillini.
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