Una delle discussioni più accese nelle ultime ore è quella relativa a un possibile incarico per Conte. L’ormai ex premier si è trincerato in un silenzio assordante. Amareggiato, deluso, Giuseppe Conte vive i suoi ultimissimi giorni a Palazzo Chigi con la sofferenza di chi si sentiva sorretto dalla fiducia degli italiani e ha subìto uno strappo “incomprensibile e ingiusto”. Ai ministri che lo hanno chiamato, il premier ha confidato le sue riflessioni, riportate dal Corriere: “Renzi ha rotto perché voleva andare a destra. Non ha mai creduto nella coalizione di centrosinistra e nel progetto politico con il Movimento e il Partito democratico. Se non fosse scoppiata la pandemia, avrebbe fatto cadere il governo un anno fa”.
Adesso Conte, però, deve scegliere. I vertici del Pd, determinati a salvare la prospettiva politica e dunque la speranza di battere alle prossime elezioni la destra sovranista, lo implorano di mettersi alla guida del treno che dovrebbe portare i 5 Stelle sul sostegno a Draghi. “Gli chiedono di lottare per salvare il progetto unitario, si appellano al suo fiuto politico perché comprenda che solo spianando la strada al governo Draghi, potrà rafforzare il suo profilo di federatore e correre un giorno da premier dell’alleanza M5S-Pd-Leu. Ma il presidente in uscita, che si sente silurato da Matteo Renzi proprio per far posto a Palazzo Chigi all’ex presidente della Bce, per ora è immobile sulla casella del no”.
“Sono a disposizione e se mi sarà richiesto darò una mano, ma non si può pensare che sia io a condurre la mediazione per Draghi”, ha gelato gli alleati Conte. Dario Franceschini ha lanciato un appello al Movimento e si è detto “convinto che Conte sarà coerentemente il primo e più e convinto sostenitore di Draghi”. Ma il giurista di Volturara Appula è tormentato, combattuto tra la suggestione di un incarico di visibilità nel governo e la tentazione del gran rifiuto, in sintonia con gli umori prevalenti nei gruppi 5 Stelle. “Non farà mai il ministro con Draghi”, è il niet che a più riprese filtra dal Movimento.
Il faccia a faccia con il presidente incaricato a Palazzo Chigi è durato 80 minuti, un tempo che autorizza a pensare che Draghi abbia provato a coinvolgere Conte con un ruolo di primo piano, da ministro degli Esteri a vicepremier. Alle sette di sera da Palazzo Chigi arriva la smentita: “Non si è parlato di incarichi di governo per il presidente Conte”. Eppure fonti autorevoli confermano che al premier dimissionario sia stata proposta la Farnesina…
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