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“Conte? Non mi ha mai invitato a Palazzo Chigi”. Ma quella di Salvini è una bugia

Una polemica che si trascina da mesi, quella che vede Giorgia Meloni e Matteo Salvini rifiutare ogni occasione d’incontro proposta dal premier Giuseppe Conte chiedendo di poter conferire con lui soltanto nelle sedi opportune, quelle “istituzionali”. Salvo poi però continuare a dire “no” a ogni invito ricevuto adducendo di volta in volta motivazioni diverse. E tutt’altro che convincenti. 

Già ai tempi degli Stati Generali a Villa Pamphilj, con il centrodestra assente, qualcuno aveva fatto notare come di fatto quel palazzo fosse una sede di alta rappresentanza della Presidenza del Consiglio, quindi non proprio il primo posto che capita. Ma tant’è. Fuggito nel frattempo a parlare di politica in salotti altolocati come i programmi di Barbara D’Urso, Salvini ha detto no anche all’incontro con il governo a Palazzo Chigi. Il motivo? Presto detto.“Io non vado da nessuno fino a che questo chiacchierone – ha detto Salvini riferendosi al premier – non paga le casse integrazioni promesse e non permette alla gente di lavorare e viaggiare in tranquillità”. Aggiungendo poi: “Noi non siamo a disposizione di nessuno: prima il signor Conte paga la cassa integrazione a chi la aspetta da mesi e sblocca i cantieri che in questo momento stanno sequestrando decine di migliaia di lavoratori sulla A7, e poi ne parliamo”. Niente da fare, dunque, ancora una volta. Il faccia a faccia è saltato. E ormai non fa quasi nemmeno più notizia. C’è, però, un dettaglio.A chi gli rinfacciava l’ennesimo rifiuto, Salvini ha precisato di “non aver ricevuto alcun invito da Conte”. Con Palazzo Chigi a ricordare, rapidissimo, come invece tutto il centrodestra fosse stato contattato per un incontro alle 18 di giovedì 9 luglio a Palazzo Chigi. Con telefonate partite anche a Lega e Fratelli d’Italia. Non a caso anche la Meloni, poco prima, aveva detto di voler “riflettere con gli alleati” sull’opportunità di andare o meno. Quindi invito c’è stato, e per tutti. Salvini compreso. E allora sorge un sospetto: non è che si tratta soltanto di una scusa per evitare ancora una volta Conte?

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