Il premier Giuseppe Conte adesso di lockdown non vuole nemmeno sentir parlare. È stato lui il prima persona a imporre al governo una linea più morbida, al contrario di quanto chiedevano alcuni presidenti di Regione e soprattutto alcuni ministri di peso. Potremmo dire che ora siamo di fronte a un nuovo Giuseppe Conte. Due sere fa, da Palazzo Chigi, è filtrata la posizione di Franceschini: “Se non siamo drastici ora – quasi lo ha implorato il dem – se non spezziamo adesso la catena del contagio, tra qualche settimana saremo costretti a chiudere tutto, tutto”. L’avvocato alza la mano – come riporta Repubblica in un retroscena, lo blocca e dice: “No, ti prego, non evocarlo neanche il lockdown. Non ci sarà. E non è il momento di decisioni drastiche”.
E così si è arrivati al nuovo dpcm del 18 ottobre che darà l’ennesima stretta alla nostra libertà, fin qui già messa a dura prova, nel tentativo di arginare i contagi che ieri sono saliti a oltre 11.700 casi. Il decreto firmato da Conte cambia ancora una volta le nostre abitudini. Si dovrà tenere duro per settimane e in vista del Natale, a chi gli chiede conto delle vacanze, il premier si è limitato a rispondere così: “Non faccio previsioni, ma guardiamo con fiducia al futuro”. Di nuovo, quindi, una linea positiva, per escludere un lockdown.
“I numeri sono preoccupanti, la curva sale e dovremo attendere giorni prima di poter vedere i primi risultati”, dice ancora Conte. Quanti? Non si sa. Serve monitorare. Nel frattempo il Paese subirà un’altra stretta. Ai sindaci verrà dato il potere di chiudere strade e vie alle 21, almeno laddove ci sarà il rischio di assembramenti. Una sorta di mini coprifuoco. Le misure contenute nel nuovo Dpcm dovrebbero dare risultati tra una settimana. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa a Omnibus, su La 7. “Ci attendiamo che queste nuove misure diano dei risultati non subito, ma fra qualche giorno. Ci aspettiamo di vedere i primi risultati entro almeno 6-7 giorni”, ha spiegato.
“Dobbiamo uscire dalla logica del lockdown e imparare la convivenza con il virus, sennò moriamo di qualche altra cosa”, ha aggiunto, sposando la linea di Conte e ribadendo comunque che “la salute viene prima di tutto. Vediamo che due terzi dei nuovi contagiati adesso è asintomatico. Un aspetto di cui tenere conto”, ha aggiunto Zampa.
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