Annunciata e poi smentita più volte, una soluzione per aggirare il vincolo dei due mandati all’interno del Movimento Cinque Stelle potrebbe alla fine vedere davvero la luce, per iniziativa di quel Giuseppe Conte che si appresta a diventare il leader del partito. Come riportato da Il Foglio, infatti, si lavora in questi giorni alla definizione di una “deroga per meriti” grazie alla quale dare nuova linfa alla carriera politica di chi, altrimenti, non potrebbe più sedere in Parlamento. A partire ovviamente da alcuni big pentastellati, un lunghissimo elenco che spazia da Paola Taverna a Carlo Sibilia e Manlio Di Stefano, fino a Vito Crimi.
Chi sarà a valutare l’opportunità di concedere o meno “l’onore” di un terzo mandato? Una domanda alla quale, ovviamente, non esiste ancora una risposta ufficiale, anche se stando allo schema delinato in queste settimane dovrebbe essere proprio Conte a valutare i singoli casi. Una sorta di medaglia da distribuire, per aggirare un ostacolo altrimenti piuttosto complicato da scavalcare. Con Beppe Grillo che, prima di finire travolto dalle polemiche per le accuse di stupro al figlio, aveva ribadito solennemente: “Il terzo mandato non esiste”.
Secondo il Foglio Conte sa però bene che, se anche riuscisse a far passare il concetto di “deroga per meriti”, non potrebbe comunque consentire a tutti i 65 parlamentari arrivati all’ultimo giro di ricandidarsi, per non finire travolto dalle accuse. E così “ha confessato di volerne salvare al massimo una ventina”. Deciderà lui chi, senza passare da organi collegiali o voti in rete.
Un passaggio che non sarebbe sicuramente indolore, e potrebbe portare ad altre fuoriuscite dal partito, ma secondo l’ex premier necessario per partire al meglio, il prima possibile. Anche perché nel frattempo c’è da trovare un accordo, non semplice, con Casaleggio.
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