151 voti: sono questi, al momento, quelli considerati “sicuri” al Senato. Ne mancano una decina, al premier Conte, per poter affrontare in Parlamento la sfida a Matteo Renzi senza paura di un salto nel buio, con la crisi che potrebbe improvvisamente sfuggirgli di mano. Al Senato è nato in queste ore il gruppo MAIE-Italia23, “per costruire uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte”. La conta, però, non è finita.
I voti che ancora mancano al pallottoliere di Conte sono una decina, la soglia politica minima necessaria per la maggioranza assoluta. Non sono pochi, e ne sono consapevoli anche dalle parti del Partito Democratico, anche perché servirebbero numeri ancora più alti per evitare che i prossimi mesi siano burrascosi, anche nelle commissioni. E così, ecco l’allarme
lanciato dal vicesegretario dem Andrea Orlando: “È chiaro che si può evitare una crisi avendo anche un numero in più, ma non governare avendo un voto in più”.Il senso è questo: nessuno vuole il voto, ma non si può accettare qualsiasi compromesso pur di evitare il ritorno alle urne. Anche perché, nonostante le trattative, la maggioranza è ancora da costruire. I 151 voti dati per certi sono 92 del Movimento, 35 del Pd, 8 delle Autonomie, 16 del Misto. Ne mancano dieci per sopravvivere e qualcosa potrebbe succedere all’interno di Italia Viva, visto che Riccardo Nencini, Vincenzo Carbone, Eugenio Comincini, Leonardo Grimani, Gelsomina Vono e Donatella Conzatti sono dati per incerti. Attenzioni rivolte anche a Forza Italia. Certezze, però, non ce ne sono.
C’è poi il problema, non secondario, dei 151 voti considerati blindati. Salvini ha colto subito la palla al balzo annunciando: “Molti grillini seri stanno bussando alla nostre porte”. Propaganda, ovviamente. Ma un po’ di preoccupazione monta. Le trattative continuano, in attesa di uno scontro in Senato ancora tutto da definire.
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