Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, da Villa Madama, va subito a rispondere alle domande dei giornalisti al termine di un anno di governo difficile, segnato dalla pandemia e dalla crisi economica. E come se non bastasse, questo è un momento teso per la maggioranza: sul tavolo i contrasti con Italia Viva sul Recovery plan, le voci di rimpasto e i rischi di una crisi di governo. “Sul Recovery plan serve una sintesi politica urgente. Vorrei andare in consiglio dei ministri già nei primi giorni di gennaio. I giorni di festa non valgono”, dice subito Conte.
E dopo una breve introduzione dedicata al mondo dell’informazione, il premier risponde alla prima domanda sulla verifica: “Dobbiamo affrettare delle risposte che il Paese attende – afferma – Oggi è in approvazione la legge di Bilancio anche al Senato, il prossimo passaggio urgente è il Recovery plan. Dopo la bozza tecnica, ora dobbiamo fare una sintesi politica urgente. Siamo perfettamente in sintonia con l’indirizzo politico della commissione della Von der Leyen. Ci ha permesso di esprimere forza sul preogetto del Next Generation Eu. Non possiamo rinunciare a questa occasione storica e il governo non deve disperdere il suo patrimonio di credibilità. Non possiamo permetterci di galleggiare e operare in questo clima di azione sospesa. Tutti saremo chiamati ad assumerci le rispettive responsabilità”.
Sul tema della crisi, Conte ricorda le ragioni che hanno portato alla nascita dell’esecutivo giallorosso: “Bisogna agire in modo trasparente, confrontarsi in modo franco. Io non ho sfidato Salvini. Ho evitato che una crisi si consumasse nel chiuso di un Parlamento o di un salotto. Fin quando ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi. Tutti i protagonisti di questi passaggi si assumeranno le loro responsabilità”. Quanto ai vaccini, il premier difende il piano approvato dalle Camere e afferma: “Lo farei subito, ma rispetterò l’ordine di priorità”.
Ad aprile i primi risultati: “In primavera inoltrata, non credo prima di aprile, dovremmo completare la fase 1 del piano vaccinale, quando avremo raggiunto 10 milioni di vaccinati”. Riguardo alla scuola, il presidente del Consiglio richiama i tavoli organizzati con le prefetture e ribadisce la riapertura per le superiori il 7 gennaio al 50%: “Scuola e trasporti pubblici sono integrati. Le prefetture hanno avuto il mandato di coordinare soluzioni flessibili, città per città, paese per paese. Abbiamo investito 3 miliardi per sostituire la flotta dei bus e 390 milioni per favorire il noleggio di mezzi privati. Io auspico che il giorno 7 le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con la didattica in presenza al 50%”.
Rispetto al pressing e agli aut aut di Renzi, Conte taglia corto citando Moro: “Gli ultimatum non mi appartengono, come diceva Aldo Moro, non sono ammissibili in politica. Io sono al di fuori di questa logica, sono per il dialogo e il confronto per trovare una sintesi per il bene del Paese. Un’altra cosa che non mi appartiene è distogliere l’attenzione dalla programmazione del futuro per una campagna elettorale”. E al leader di Italia Viva che oggi nell’aula del Senato è tornato a insistere sull’uso del Mes, risponde: “A un tavolo di maggioranza si può discutere di tutto, fermo restando che parlando di Mes, l’ho già detto, sarà il Parlamento a dover decidere se attivarlo o meno”.
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