Giuseppe Conte guiderà la rifondazione del Movimento 5 Stelle. Tra espulsioni, tentativi di scissione e un consenso elettorale ormai precipitato, Beppe Grillo ha deciso di giocarsi l’asso nella manica. Il Sì di Conte è il primo atto di un cambiamento radicale dentro i 5 stelle. L’ex premier torna così sulla scena politica a neanche tre giorni dal suo discorso per una nuova Europa all’università di Firenze. Aderisce quindi al progetto di rilancio del M5s e lo fa forte della sua popolarità personale. Ma cosa succede ora, nei fatti, nel Movimento? (Continua a leggere dopo la foto)
A spiegarlo è Il Fatto Quotidiano: “Conte non è mai stato iscritto al M5s (non lo è tuttora) e fino a quando è stato a Palazzo Chigi ha evitato il più possibile di essere trascinato nelle dinamiche del gruppo. Non era il momento e non sarebbe stato opportuno. Ma ora la scena è completamente diversa: l’ingresso del M5s nell’esecutivo con Forza Italia ha creato uno spartiacque nella storia del Movimento. C’è una parte consistente, in molti casi parliamo di fondatori dei 5 stelle (non solo Alessandro Di Battista o Nicola Morra, ma anche interi gruppi di attivisti storici), che ha abbandonato il progetto parlando di tradimento. Grillo crede davvero che possa ancora nascere qualcosa di nuovo, è convinto che l’occasione sia storica”. (Continua a leggere dopo la foto)
Se c’è qualcuno che può risollevare le sorti del progetto politico di Beppe Grillo, al momento è solo l’ex premier. “Lo sa bene il fondatore che assiste alle espulsioni e fuoriuscite dei suoi, con la nascita di sempre nuove correnti interne, e a fatica riesce a tenere in piedi la sua creatura. Di sicuro il ritorno politico di Conte avrà un contraccolpo dentro e fuori il M5s. Intanto perché, per il Movimento, si apre una nuova prospettiva e, soprattutto, un orizzonte di crescita che fino a questo momento sembrava impensabile. E innanzitutto dal punto di vista dei consensi elettorali”. (Continua a leggere dopo la foto)
“I pilastri elencati in queste ore sono quelli delle origini del Movimento: sicuramente la transizione ecologica voluta da Grillo, poi legalità (e lotta alla corruzione) e battaglie contro casta e diseguaglianze. La forza d’attrazione di Conte vale per nuovi elementi, ma anche per chi ha deciso di lasciare il Movimento e avrà sicuramente un effetto sulla tenuta dei gruppi parlamentari. L’ultima domanda, che al momento non può avere risposta, riguarda il futuro del progetto da federatore della coalizione Pd-M5s-Leu. Quella che sembrava la soluzione acclamata da tutti gli ex alleati, al momento si è molto raffreddata. E Conte, questo è stato il ragionamento delle ultime ore, rischia di bruciare il momento di popolarità dietro il progetto di una coalizione che potrebbe anche non vedere mai la luce”.
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