L’ex premier Giuseppe Conte e l’allora ministro della Salute Roberto Speranza, assieme ad altri indagati tra cui il Governatore lombardo Attilio Fontana, hanno “cagionato per colpa la morte” di una cinquantina di persone. Lo scrive la Procura di Bergamo nell’avviso conclusione indagini notificato a 17 persone.
Secondo la Procura, gli indagati avrebbero causato la morte di una cinquantina di persone per colpa, durante la gestione dell’emergenza sanitaria, in particolare durante i primi mesi della pandemia quando le vittime nella zona della Bergamasca cadevano “come birilli“.
Il Governatore lombardo Attilio Fontana avrebbe inoltre causato “la diffusione dell’epidemia” in Val Seriana con un “incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati” se fosse stata “estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020”. Lo scrive la Procura di Bergamo in un’imputazione per epidemia colposa.
L’obiettivo dell’indagine sarebbe stato quello di far conoscere alla popolazione gli errori commessi e di soddisfare la sete di verità sulla gestione della pandemia. Il reato di epidemia colposa è stato uno dei punti cardine dell’inchiesta, tuttavia, come confermato dal procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, ci sono stati dei problemi nella configurazione del reato stesso e quindi è ancora incerto l’esito della vicenda giudiziaria.
La notizia della chiusura delle indagini è stata svelata da una fuga di notizie che ha suscitato polemiche e imbarazzo all’interno della Procura.