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Tempi, modi e persone: ecco i passi di Conte per salvare il governo. Chi lo appoggerà

Sono ore caldissime per il premier Giuseppe Conte. Dopo il minivertice con Pd, M5s e Leu, e il colloquio con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ora tutti si chiedono quali sono le prospettive del Conte 2 Bis e quanto tempo ha il premier per evitare le dimissioni o addirittura le urne? Come spiega Marzio Breda sul Corriere, “Mattarella ha chiesto a Conte come e in quanto tempo pensa di poter allargare la maggioranza che sostiene il Conte 2 Bis. Troppo alta la posta in gioco in questo momento per il Paese. C’è la questione del Recovery Plan che non può subire ritardi ma anche quella dell’iter delle vaccinazioni anti COVID”. Conte, scrive il Corriere, “ha dieci giorni di tempo per puntellare il Conte 2 Bis e superare quella soglia dei 161 voti di sostegno all’alleanza giallorossa che non è stato possibile recuperare al Senato per la fiducia”.

Con Italia Viva non si torna. I posti per Agricoltura, Famiglia e delega ai servizi segreti sono la dote che verrà assegnata quando nascerà il gruppo che appoggerà Conte, il quale punta quindi al rimpasto e non ha nessuna intenzione, almeno per ora, di dare le dimissioni. “Per rispondere alle aspettative del Quirinale, Conte deve riuscire a creare a Palazzo Madama un gruppo analogo a quello che sta mettendo su a Montecitorio Bruno Tabacci, che è per Conte un solido punto di riferimento nel mondo ex Dc. Ma per ora l’appello europeista e anti-sovranista ai popolari, ai liberali, ai socialisti e ai renziani pentiti ha fatto assai meno proseliti di quelli che l’avvocato si aspettava”.

Il bersaglio grosso è Forza Italia, che il premier proverà ancora a sedurre con la promessa del proporzionale attraverso Renato Brunetta e Gianni Letta. Ma il pressing più forte Conte lo sta esercitando su Lorenzo Cesa per il simbolo dell’Udc, che vale tre senatori e che potrebbe attrarre “una decina” di transfughi di Forza Italia. Per Il Fatto Quotidiano Conte ha un orizzonte ancora più stretto: una settimana, prima che Italia Viva possa mettere in difficoltà il governo quando mercoledì prossimo si voterà in Senato la Relazione annuale della Giustizia di Bonafede.

Quindi la formazione dei gruppi parlamentari dei Responsabili, o Costruttori, sia alla Camera che al Senato è il primo pensiero del Presidente del Consiglio in questo momento. Dove pescherà i parlamentari disposti a seguirlo? “L’operazione politica più importante è quella nei confronti di Forza Italia. Ci sta lavorando direttamente Conte, insieme a Dario Franceschini. E l’interlocutore numero uno è Gianni Letta. Oltre alla sopravvivenza dell’esecutivo, in gioco per il premier c’è la possibilità di fare una propria lista, mentre per il Pd l’obiettivo è portare a casa quella coalizione elettorale anti-sovranista teorizzata da Goffredo Bettini fin dalla nascita del governo giallorosso”.

Tommaso Ciriaco su Repubblica inizia a fare qualche nome. Entro sabato due o tre parlamentari renziani potrebbero lasciare Italia Viva per tornare nel Partito Democratico. Non solo. Tre forzisti starebbero per confluire nel gruppo Maie abbandonando Berlusconi. Sperando che si crei l’effetto palla di neve trascinando altri senatori nel gruppo per Conte. Al momento però il pallottoliere si ferma a 5: “Al centro della trama giallorossa c’è un senatore berlusconiano, Luigi Vitali, e poi altre tre azzurre i cui nomi sono già circolati, tra le smentite: Minuto, Minardo, Tiraboschi. Il senatore Antonio De Poli è ancorato al centrodestra e marcato a vista da Nicolò Ghedini, Lorenzo Cesa corteggiato dal premier, Antonio Saccone orientato a seguire il segretario, Paola Binetti tentata dall’ingresso in maggioranza”.

Parallelamente, la corrente dem di Base riformista si muove per convincere i renziani a tornare a casa. “Tra loro, sono a un passo dall’addio i senatori di Iv Comincini e Grimani. In bilico anche Marino, mentre intensi sono i contatti con Sbrollini e Parente. Quanto a Riccardo Nencini, tratta con Conte reclamando un ministero. L’alternativa è garantire al suo Psi un sottosegretariato per il segretario Vincenzo Maraio. I ministeri lasciati liberi dai renziani serviranno dunque a saldare i nuovi ingressi. Se tutto va come desidera Conte il rimpasto potrebbe avvenire attraverso l’assegnazione delle deleghe di Iv e lo spacchettamento di alcuni ministeri come i Trasporti e le infrastrutture e la Cultura e il Turismo”.

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