Roberto Fico continua a cercare la strada che porta alla formazione di un nuovo, solido governo tenendo d’occhio un punto fisso sulla sua bussola: Giuseppe Conte, il premier dimissionario che nessuno, tanto nel Movimento Cinque Stelle quanto nel Pd, vuole mettere in panchina. Troppo rischioso cercare equilibri intorno a una figura alternativa, visto anche il poco tempo a disposizione. Con l’incognita pesante, però, di un Matteo Renzi che continua ad alzare la posta in palio per ricucire lo strappo e far rientrare la crisi.
Renzi, pubblicamente, ha auspicato una soluzione “entro una settimana”. Lontano dai riflettori, però, continua il braccio di ferro. Partendo da un presupposto: se Conte-ter sarà, per Italia Viva si tratterà di un concessione fatta agli altri partiti, e come tale andrà bilanciata. Con dei segnali forti di discontinuità, affinché i cittadini non percepiscano il premier come vincitore assoluto. Da qui l’assalto ad alcuni nomi di peso come Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede, dei quali il Rottamatore ha chiesto la rottamazione per liberare due caselle di peso.
Gualtieri, al momento, sembra però blindato, come testimoniato dagli endorsement in suo favore di Confindustria. Tutto il resto, invece, è in discussione. Stando alle ultime indiscrezioni, Italia Viva
punterebbe a due ministeri di peso: le Infrastrutture per Maria Elena Boschi e l’Interno per Ettore Rosato. E avrebbe anche avanzato la richiesta di un terzo dicastero, quello dello Sviluppo economico. Difficile però immaginare che due ruolo-chiave nella gestione del Recovery Fund finiscano entrambi nelle mani di Renzi. Così, ecco spuntare l’alternativa: la conferma di Teresa Bellanova all’Agricoltura.Una mossa “simbolica”. E che però non piace affatto a Pd e M5S, che accusano Renzi di voler far saltare il tavolo. L’ex premier sta tirando troppo la corda, anche se almeno su qualche punto si cercherà di accontentarlo. Al posto di Bonafede si ragiona su una figura meno “politica” come Paola Severino, mentre Roberto Speranza al momento non sarebbe in discussione. Quasi sicuro, invece, l’addio di Nunzia Catalfo al ministero del Lavoro. Al suo posto i candidati principali sono i dem Andrea Marcucci e Deborah Serracchiani.
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