Un ritorno in cattedra talmente tanto atteso che, alla fine, Giuseppe Conte è stato costretto a blindare il suo incontro con gli studenti, evitando la stampa che lo aspettava fuori dall’Università di Firenze e schivando le polemiche sollevate da Fratelli d’Italia, che aveva già iniziato a gridare allo scandalo. Una lezione durante la quale l’ex premier non ha nasconto la propria emozione nel confrontarsi ancora, dopo tanto tempo, con i ragazzi dell’ateneo. E che però ha avuto fin da subito il retrogusto dell’addio, imminente, per tornare presto a tuffarsi nel mondo della politica, quello che lo reclama a gran voce.
Che Conte abbia il Movimento Cinque Stelle nel destino lo hanno testimoniato, durante il ritorno all’università toscana, anche alcuni fan presenti fuori dall’ateneo, radunati nel tentativo di stringere la mano al proprio beniamino. Tutti orgogliosamente iscritti alla piattaforma Rousseau, tutti convinti della necessità che l’ex premier si faccia carico del futuro del M5S, in questo momento in difficoltà come non mai. Tutti critici verso il nuovo esecutivo, capeggiato da Mario Draghi.
Anche in rete, i militanti pentastellati sembrano ormai aver preso già la decisione: Conte deve assumere la guida del Movimento, con un ruolo che andrà ritagliato sulla sua persona in fretta, senza perdere altro tempo. Per sfruttare il buon ricordo lasciato negli italiani dalle sue esperienze a Palazzo Chigi. E per cavalcare il malumore di chi ha visto tornare al governo, di colpo, i vari Brunetta e Gelmini. La popolarità dell’Avvocato del Popolo, d’altronde, è al momento ancora alta, come testimoniato dal boom di visualizzazioni su YouTube per la sua lezione a Firenze.
L’atteso incontro tra Grillo e Conte per definire la strategia futura del M5S, al momento, non si è fatto. Ma la sensazione è che i confronti continuino a distanza, in attesa di un faccia a faccia decisivio. Il fondatore del Movimento ha espresso la sua contrarietà all’ipotesi di un direttorio a cinque, “non serve a nulla”. Resta convinto che per evitare l’implosione del partito serva un nome forte, presto. E di alternative a Conte non ne esistono, né qualcuno sembra cercarle.
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