Il premier Giuseppe Conte è intervenuto su un tematica assai delicata in queste ore così complicate. Tra le feste da contenere, i vaccini che dovranno arrivare e una crisi interna alla maggioranza da gestire. Il premier ha voluto però ritagliarsi uno spazio per dire come ci si dovrà comportare con quei medici – e operatori sanitari – che non intendono sottoporsi al vaccino anti-Covid. All’orizzonte non ci sono misure drastiche, ma potrebbero esserci delle deroghe previste per il personale sanitario che non intende vaccinarsi. Al momento non ci sarebbe da preoccuparsi: i dipendenti del servizio sanitario hanno dato l’adesione al vaccino in massa, con dati in certe regioni superiori al 90% e comunque quasi ovunque sopra l’80%.
Per questo motivo al momento non si ritengono necessari provvedimenti che rendano obbligatoria la vaccinazione contro il Covid. Ieri Conte ha però ribadito di aspettare a pensare a ipotizzare misure drastiche: “C’è un dibattito tra di noi sugli operatori sanitari. Ma aspettiamo, vediamo, sono tutte persone responsabili, sanno che di fronte a una pandemia garantire i pazienti è una priorità per tutti. Se dovessimo andare in difficoltà potremmo valutare soluzioni alternative. Siamo pronti a intervenire”.
Parole che Conte ha pronunciato nel salotto di Porta a Porta, ospite di Bruno Vespa. Intanto il ministro alla Salute Roberto Speranza non si trova distante dalla linea del presidente del Consiglio. Ed è soddisfatto dei dati raccolti in questi giorni dalle Regioni. “Abbiamo al momento segnali molto incoraggianti sulle percentuali di adesione – spiega a TPI – Se saranno confermate non ci sarà bisogno di alcun provvedimento per convincere a vaccinarsi gli operatori”.
Per quanto riguarda il resto dei cittadini italiani, Conte ha spiegato che “esiste il principio di autodeterminazione per cui qualsiasi trattamento deve essere volontario. Noi facciamo partire il piano: se dovessimo scoprire che la popolazione non si sottopone sarà un problema e allora lo si dovrà affrontare. Ma non c’è ragione di crederlo”. Il premier prevede di arrivare a 10 o 15 milioni vaccinati ad aprile, quando si inizierà ad avere un impatto significativo della campagna. “Se poi dovesse esserci un rifiuto di massa…”.
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