Un presunto emendamento alla legge di Bilancio contro il quale nelle scorse ore aveva puntato il dito, inferocito, Matteo Salvini tuonando: “Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale”. Parole forti, accompagnate da una notizia che rimbalzava su diversi siti italiani e che parlava della possibilità di pignoramento del conto corrente dei cittadini in caso di mancato pagamento di multe o dell’Imu. Tutto falso, in realtà, dato che la manovra non prevede nulla di nuovo, nemmeno per quanto riguarda le contravvenzioni al Codice della strada.
All’interno della manovra c’è invece, piuttosto, una riforma complessiva della riscossione degli enti locali, che finora avevano come principale strumento l’ingiunzione fiscale regolata da un Regio decreto del 1910. Al suo posto, come anticipato da La Repubblica, per rendere più efficace il recupero dei tributi locali come l’Imu e la tassa rifiuti arriveranno dal 2020 atti di accertamento che,se il contribuente non paga né fa ricorso entro i termini, diventeranno immediatamente esecutivi.
Quindi per i Comuni, che da anni chiedevano procedure più rapide e incisive, non sarà più necessario attendere l’iscrizione a ruolo e l’emissione della cartella esattoriale. Una volta caduti i termini, per gli enti scatterà la possibilità di attivare le procedure esecutive e quelle cautelari, tra cui il fermo amministrativo e l’ipoteca, allo stesso modo di quanto fa oggi il fisco. Gli atti di accertamento riguardano però solo i tributi e le entrate patrimoniali, come i canoni di affitto di immobili o spazi pubblici, mentre sono escluse le multe.
Il contribuente moroso potrà comunque chiedere la rateizzazione, a patto che si trovi in situazione “di temporanea e obiettiva difficoltà”. In quel caso l’ente o l’agente della riscossione dovranno concedere la possibilità di pagare in quattro tranche per somme tra 100 a 500 euro, da 5 a 12 quando il dovuto è compreso tra 500 e 3mila euro, da 13 a 24 per cifre fino a 6mila euro, da 25 a 36 fino a 20mila euro e da 37 a 72 rate in caso di debiti superiori ai 20mila euro. Per il recupero di somme fino a 10.000 euro, prima di attivare una procedura esecutiva e cautelare devono inviare un sollecito di pagamento con cui si avvisa il debitore .
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