Da un lato c’è un Conte che accelera, per tentare di rafforzare la sua figura di premier. Al punto da aver parlato apertamente di ipotesi fin qui mai paventate in maniera esplicita, come quella di un possibile rimpasto di governo e modifiche a quel contratto fin qui difeso a spada tratta e considerato intoccabile. Dall’altro c’è però un Salvini che, di contro, non vuole colpi di scena, per consolidare la sua posizione già di forza. E che preferisce aspettare le europee prima di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi.
Visioni e interessi contrapposti che, scrive La Repubblica, preludono a un mutamento di equilibri nell’esecutivo, dove sul fronte grillino è in atto un’operazione mediatica dietro cui se ne cela un’altra, politica. L’obiettivo è valorizzare Conte per effettuare un cambio in corsa con Di Maio, un’azione progressiva e non traumatica, da portare a compimento adottando una tecnica cinematografica: l’effetto dissolvenza.
E una manovra di cui si parla ormai da settimane nei Palazzi, dove si osservano le mosse di Casalino e Casaleggio, considerati ognuno per la propria parte il braccio e la mente dell’operazione, che servirebbe a contrastare lo strapotere di Salvini. La faccenda non è passata inosservata nella Lega, che ha preso a monitorare l’atteggiamento di Conte, definito “il prototipo moderato” del pentastellato.
Si vedrà se e come il disegno prenderà corpo, anche perché Di Maio nel Movimento vanta un solido sostegno sul territorio, sebbene le vicende politiche e personali ne abbiano intaccato la leadership. Ma è chiaro che l’esaltazione del ruolo da “mediatore” del presidente del Consiglio, il racconto delle sue gesta in Europa, rappresentino il primo capitolo di una nuova narrazione. Un nuovo derby all’interno della maggioranza, con Conte che ha già mostrato, sul fronte migrazione, posizioni ben diverse rispetto a quelle di Salvini.
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