Vai al contenuto

Coppia gay insultata su Instagram: “Siete lesbiche, dovete bruciare nei forni”

Minacciate di morte perché gay. E’ questo il motivo delle minacce ricevute da Erika Mattina e Martina Tammaro, due ragazze come tante, ma con la “colpa” di essersi innamorate l’una dell’altra. “Bruciate”. “Andate nei forni”. “Dovreste essere uccise, anzi sterminate”, sono solo alcune delle minacce agghiaccianti che hanno ricevuto sui social in occasione della Festa della Liberazione. Le due ragazze di Arona sono ideatrici della pagina su Instagram “Le perle degli omofobi”, che conta 115mila followers. Sul loro profilo Erika e Martina raccontano il loro amore, ora macchiato dagli insulti ricevuti. E’ stato proprio durante una diretta che un gruppo di persone le ha insultate augurando loro la morte. “Bruciate”, “andate nei forni” e ancora messaggi che inneggiavano alla Shoah. “Siamo stanche – hanno scritto in un post di denuncia le due ragazze-. Abbiamo deciso per l’ennesima volta di denunciare, di dare tutto agli avvocati”.

Le minacce contro il loro orientamento sessuale purtroppo non sono un caso isolato. Da oltre un anno vanno avanti le offese e le battaglie di questa coppia. “Anche questa è libertà di espressione? – hanno scritto ancora le due ragazze in un altro post social sull’argomento -. Ammetto che ci sono momenti come questo in cui si ha voglia di rispondere per le rime, ma non vogliamo cadere nell’errore. Un altro ragazzo ci ha scritto almeno trenta messaggi privati e una sola parola: bruciate”.

Il messaggio che inneggia alla Shoah, invece, è stato lasciato sotto il video di un loro amico che racconta la storia di Erika e del suo amore gay. Secondo gli haters, “l’omosessualità in diversi Paesi sarebbe considerata un crimine”. Il commento è stato subito cancellato in favore di uno che avrebbe voluto assumere toni più concilianti, ma il cui contenuto resta agghiacciante. “L’utente spiegava che due ragazze non dovrebbero stare insieme – ha spiegato Martina -. Questo fa pensare, soprattutto nei giorni in cui si discute tanto della legge Zan. C’è chi dice che la normativa è una censura della libertà di pensiero, ma mi chiedo se libertà è augurare a una persona di essere uccisa per il suo orientamento sessuale”.

Ti potrebbe interessare anche: La storia di Andrea diventato papà dopo il parto: “Per mio figlio in casa sono ancora mamma”

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure