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Cordone sanitario attorno al Cav: il piano di Meloni

Siamo alla resa dei conti, e Giorgia Meloni sa che il momento del redde rationem con Silvio Berlusconi è questo. L’obiettivo della premier? Isolare il Cav, costruire attorno a lui un cordone sanitario ed eleggere come vero unico interlocutore forzista il suo vice Antonio Tajani, fedele alla linea del governo a trazione FdI.

Giorgia Meloni vuole Silvio fuori dai giochi, insieme ai falchi, e punta proprio su Tajani per convincere il Cavaliere a ritirarsi a vita privata in quel di Arcore. Sul piatto è pronta a mettere la revoca della costituzione di parte civile da parte dello Stato nel processo Ruby Ter. Offre al leader azzurro una via di fuga sostanzialmente indolore, una strategy exit molto soft. A Silvio sta accettarla o meno, perché stavolta Meloni non torna indietro: basta con le chiacchiere a vanvera di Berlusconi. Leggi anche Berlusconi sta con Putin: ecco perché Silvio è più inaffidabile che mai

“Sono stufa di queste sciocchezze, servono solo a danneggiarmi” ha detto la Meloni ad un ristretto gruppo dei suoi. Le parole di Berlusconi su Zelensky e sulla premier che non avrebbe dovuto incontrarlo pesano come macigni sul peso dell’Italia nello scacchiere internazionale, proprio alla vigilia del viaggio della presidente del Consiglio a Kiev, che a questo punto potrebbe anche venire annullato perché, no, gli ucraini le parole filorusse del Cav non le hanno prese bene. Visto che sono solo le ultime di una lunga serie. Tuttavia Meloni accelera: fra 10 giorni vuole andare da Zelensky nel cuore dell’Ucraina martoriata.

La vittoria elettorale in Lombardia e Lazio, poi, schiacciante ma non poi così mortificante per Lega e FI, permette a Meloni di cercare di spaccare il fronte Salvini-Berlusconi portando Matteo dalla sua parte. Un progetto complicato, ma che fa parte del programma di isolamento che la premier ha in mente per Silvio, con tanto di promozione di Tajani a unico interlocutore azzurro. Leggi anche Elezioni Regionali: astensione record, a Roma vota solo un elettore su tre

I dubbi di Berlusconi sulle sanzioni alla Russia

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