Proprio mentre in Italia si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel della pandemia di coronavirus, dall’altra parte del mondo, dalla Corea del Sud, arriva una notizia abbastanza allarmante. Il Paese asiatico ha reintrodotto le misure di blocco nell’area metropolitana di Seul, che ospita metà della popolazione del Paese, dopo il nuovo picco di infezioni registrato ieri. La città, dunque, viene richiusa. Musei, parchi e gallerie d’arte saranno chiusi di nuovo da domani per due settimane e le aziende sono state esortate a reintrodurre il lavoro flessibile. Ai residenti, riferisce il Guardian, è stato anche consigliato di evitare incontri sociali o di andare in luoghi affollati, tra cui ristoranti e bar.
In Corea del Sud 79 nuovi contagi, a massimi da aprile. Il sindaco della città ha dichiarato di avere identificato oltre 3.600 persone legate al centro di logistica, di cui solo una piccola parte è stata sottoposta al test per il coronavirus. Le autorità della Corea del Sud, dunque, hanno reintrodotto una serie di misure di distanziamento sociale nell’area metropolitana della capitale, in seguito al più forte aumento di nuovi contagi registrato in quasi due mesi. Il ministro della salute Park Neung-hoo – riferisce Internazionale – ha annunciato anche che il programma di riapertura graduale delle scuole, invece, andrà avanti come previsto.
“Le prossime due settimane sono cruciali per evitare la diffusione dei contagi nella zona metropolitana”, ha detto Park. “Se falliremo dovremo tornare al distanziamento sociale”. L’allentamento del lockdown nel paese è cominciato il 6 maggio, quando la pandemia sembrava sotto controllo. Ma il 27 maggio le autorità hanno registrato 79 nuovi casi di covid-19, il più forte aumento di contagi dal 5 aprile, che portano il totale dei malati nel paese a 11.344.
Un focolaio è stato individuato in un magazzino gestito dall’azienda di e-commerce Coupang Corp a Bucheon, nella periferia ovest di Seoul. Circa quattromila persone, tra dipendenti e visitatori, sono in isolamento e l’80 per cento di loro è già stato sottoposto a test diagnostici. La situazione deve essere monitorata anche da Paesi come l’Italia che stanno vivendo in questi giorni l’eccessiva rilassatezza da parte delle persone nell’affrontare la riapertura. Anche da noi, se non si rispettano le regole, c’è il serio rischio di un ritorno al lockdown.
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