Fabrizio Corona torna in tv, ospite di Massimo Giletti. Quando si accomoda nello studio di Non è l’arena, dal quale manca da quasi tre anni, comincia subito a raccontare il caso giudiziario che lo vede protagonista. Da ricordare che l’imprenditore e uomo di spettacolo è stato condannato già diverse volte. E ora soffre anche di problemi psichici. Ma è il paragone tra i 14 anni a cui è stato condannato e il caso Lucano a scatenare la violenta reazione social di Andrea Scanzi.
Giletti ricorda che l’ultima apparizione di Fabrizio Corona nello studio di Non è l’Arena risale al febbraio del 2019. Corona, da parte sua, ringrazia il magistrato che gli ha permesso di essere lì. “Cerco di parlare da persona che ha vissuto dentro e fuori dalle carceri, che ha vissuto nei processi e ha vissuto le sentenze. Sicuramente abbiamo qualche problema con la giustizia italiana”, denuncia l’ex fotografo dei vip. E cita i recenti casi giudiziari che hanno coinvolto Luca Palamara, Piercamillo Davigo e altri magistrati.
“La gente può dire quello che vuole – mette le mani avanti Corona – ma ho una storia giudiziaria molto particolare, che se uno la guarda al di là del personaggio, grida vendetta a dio. A quel punto interviene il conduttore. “Anche Mimmo Lucano viene accusato di essere stato valutato come personaggio”, ricorda Giletti. “Con una leggera differenza: non è vero. – lo interrompe subito il suo ospite – Lucano non è stato giudicato come personaggio. È stato, e questa è la cosa più grave, difeso da tutto l’establishment”. “Cioè tu eri il negativo e lui il positivo”, domanda Giletti.
“Quando io ho preso 14 anni di galera tutti dicevano che ero un criminale. Lucano ha preso 14 anni e noi abbiamo Letta, tutti i grandi attori e gli intellettuali che dicono che è un’ingiustizia. Gente che è dentro al governo e si permette di criticare la magistratura, si sfoga. “Ma non si può fare parallelismi tra Corona e Lucano”, lo contraddice però Giletti. Le parole dello showman sul caso Lucano fanno indignare anche Andrea Scanzi. “Deliri sulla giustizia. Teorie imbarazzanti. Violenza verbale continua. Sguardo allucinato. Paragoni idioti con Mimmo Lucano. – lo gela il giornalista su Facebook – Digressioni giuridiche manco fosse Rodotà. Frasi tipo ‘Non posso avvicinarmi a Dio perché mi sento Dio’ (ed era serio). Lucidità costantemente assente. Bipolarismo sempre più spinto”.
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