Ancora un caso di psicosi coronavirus, ancora un episodio di insensata discriminazione nei confronti di una donna di origini cinesi da parte di cittadini italiani sicuramente spaventati ma di certo anche molto, molto maleducati. “Vattene via, maledetta cinese. Ci infetti tutti” sono infatti le parole rivolte a Lika Bi, una donna di ventisette anni originaria della provincia dello Hubei e residente da quattro anni a Venezia.
Cantante lirica che presto debutterà al Teatro Malibran in una produzione della Fenice, la donna ha raccontato a Il Gazzettino di essere stata vittima di una serie di episodi agghiaccianti a causa della psicosi del coronavirus, tanto da essersi trovata a non uscire di casa per evitare guai. Li ho visto da lontano. Avevo la mascherina e il cappello, ho cercato di stare più radente al muro possibile. Ma, puntuali, sono arrivati i commenti”, ha raccontato Lika, spiegando di essersi “sentita morire” davanti alle frasi razziste pronunciate nei suoi confronti.
L’ultimo episodio di razzismo a suo danno risale al 4 febbraio a ponte dei Pugni: “Stavo attraversando il Campo per andare verso il Conservatorio e il Teatro per le prove. Indossavo la mascherina anche se non ne ho alcun bisogno, cerco di mimetizzarmi e di non dare nell’occhio perché fondamentalmente ho paura. Un gruppo di ragazzi sui venti anni ha iniziato a insultarmi. Frasi irripetibili” ha spiegato la giovane donna ammettendo che, tra l’altro, lei non torna in Cina da un anno.
“Ma come faccio a spiegarmi con persone così aggressive?” ha aggiunto, spiegando che nessuno ha tentato di difenderla. “Ho accelerato il passo, poi sono arrivata in Conservatorio e mi sono sentita meglio”. Like Bi ha sottolineato che purtroppo quanto le è accaduto non è un caso isolato, ma che da quando è iniziata la psicosi del coronavirus guardano i cinesi “come se fossimo degli untori”. Di conseguenza in tanti si limitano anche nelle uscite perché “per strada veniamo trattati come appestati”. “Abito in Italia da 6 anni, a Venezia da 4, sono arrivata qui dalla Cina inseguendo un sogno e finalmente sto per realizzarne una piccola parte. Aiutatemi a vivere questo momento così importante della mia vita rispettandomi. Io non ho fatto nulla e non ho alcuna malattia”.
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