Probabilmente questo non gli basterà per diventare un santo “ufficiale”, ma con il suo grande gesto, don Giuseooe Berardelli santo lo è diventato già. Ha infatti deciso di rinunciare al respiratore, chiedendo che venisse dato a qualcuno di più giovane. L’arciprete di Casnigo (Bergamo), positivo al coronavirus, è morto a 72 anni per aiutare un’altra persona a guarire. La scelta del sacerdote, da quattordici anni parroco del paese della Bergamasca, aveva già avuto problemi di salute un anno fa. Come riporta Fanpage, aveva i sintomi del covid-19 ed era ricoverato all’ospedale di Lovere.
La sua scelta è stata raccontata da un operatore sanitario della casa di riposo San Giuseppe al periodico Araberara.”Mi commuove profondamente il fatto che don Giuseppe Berardelli – cui la comunità parrocchiale aveva comprato un respiratore – vi abbia rinunciato di sua volontà per destinarlo a qualcuno più giovane di lui”.”Era una persona semplice, schietta, di una grande gentilezza e disponibilità verso tutti, credenti e non credenti. Un arciprete amato da tutti”, è la testimonianza di Giuseppe Imberti, a lungo sindaco di Casnigo.
Sono decine i sacerdoti che hanno pagato con la vita l’epidemia che ha sconvolto il nord Italia. Secondo il quotidiano Avvenire almeno cinquanta religiosi sono deceduti per il coronavirus, molti dei quali nella provincia di Bergamo. Tra loro don Savino Tamanza, sacerdote bergamasco di 75 anni, deceduto nel primo pomeriggio del 21 marzo. Sempre nella Bergamasca è venuto a mancare Don Fausto Resmini noto anche perché per anni con il suo camper “Esodo” con cui ha dato pasti caldi a chi non aveva un domicilio e trascorreva le notti al freddo delle stazioni.
Tra le vittime c’è anche Monsignor Giancarlo Quadri, sacerdote di 76 anni, era stato parroco a Pero, nell’hinterland di Milano. Era stato nominato alla guida della Pastorale dei migranti della Diocesi di Milano dal cardinale Carlo Maria Martini.
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