Un dossier apparso in rete e poi prontamente rimosso. Non in maniera abbastanza rapida, però, da impedire a diverse testate di accorgersene. Tra queste anche il britannico Guardian, che nel frattempo aveva pubblicato, proprio sulla base di quei dati, un articolo dal titolo “Il piano pandemico italiano è vecchio e inadeguato”. Alla base, 65 pagine compilate durante il lockdown dal generale dell’esercito in pensione Pier Paolo Lunelli. Una serie di passaggi che erano stati poi rimossi, mentre il Paese affrontava ancora la durissima sfida Covid-19.
Nel rapporto scritto dal generale si parlava di come 10.000 degli oltre 35.000 decessi in Italiasarebbero potuti essere evitati se solo ci fossero stati protocolli anti-pandemici all’altezza della situazione. Un altro dossier, invece, era finito il 13 maggio scorso sul sito dell’Oms, l’Organizzazione mondiale per la Sanità. Oggetto del documento era la risposta italiana alla pandemia e all’interno venivano messi in luce errori commessi eppure prevedibili. Un elemento che però resta sul sito dell’Oms per meno di 24 ore. Poi, come notato dallo stesso Guardian, “sparisce”.
A riportare il testo sotto la lente d’ingrandimento è ora Luca Fusco, presidente del Comitato “Noi denunceremo” che assiste le famiglie delle vittime del Covid-19. “L’Italia era impreparata, seppur non del tutto, a un’epidemia quando arrivarono i primi notiziari dalla Cina. Ora abbiamo il documento. Il nostro team ha analizzato tutta la documentazione e le responsabilità emergeranno in maniera chiara e incontrovertibile a partire dal fatto che un membro del Cts ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che non esisteva alcun piano pandemico alla data del 31 gennaio 2020”.
Anche il figlio Stefano, vice presidente del comitato, ha confermato quanto detto dal padre: “Non aggiornavano quel piano dal 2006. Stando al suo resoconto, l’Oms ha deciso di oscurare quel report perché «emergevano troppo chiaramente i punti dove il sistema e il Governo hanno fallito. Vogliamo sapere perché non ci siamo preparati, perché abbiamo fatto 35.000 morti, tanti dei quali si sarebbero potuti evitare. Non vogliamo soldi, è una questione tutt’altro che pecuniaria. Ma etica”.
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