Sui luoghi di lavoro di tutta Italia, hanno superato quota 43 mila le denunce di contagi da coronavirus tra la fine di febbraio e la prima metà di maggio. Il dato è stato aggiornato dall’Inail allo scorso 15 maggio, spiegando che sono arrivate 171 denunce da infortunio mortale, delle quali la metà concentrate nel personale sanitario e assistenziale. Rispetto all’ultima rilevazione dell’ente, effettuata il 4 maggio, si tratterebbe di seimila casi in più. Secondo il report dell’Inail, la metà dei contagi riguarda il personale sanitario: infatti, il 72,8% delle denunce viene dal settore della Sanità e dell’assistenza sociale, oltre a registrare il 32,3% dei casi mortali.
La grande maggioranza dei contagiati sul lavoro sono donne: il 71, 7%. Per gli uomini il tasso di contagio si attesta al 28,3%. L’età media dei contagiati è di 47 anni, per entrambi i sessi. Per quanto riguarda i decessi, la prospettiva si ribalta: l′82,5% delle vittime sono uomini. Per quanto riguarda l’età media, si sale a 58 per le donne e 59 per gli uomini. Inoltre, l’Inail specifica che 9 decessi su 10 – ovvero il 70,8% – si concentrano nella fascia d’età che va dai 50 ai 64 anni.
Al 18 maggio, l’Iss contava 225 mila casi di contagi da Covid in Italia ma l’Inail mette in guarda dal mettere in relazione le due grandezze “innanzitutto per la più ampia platea rilevata dalll’Iss rispetto a quella Inail riferita ai soli lavoratori assicurati, e poi per la trattazione degli infortuni, in particolare quelli con esito mortale, per i quali la procedura presenta maggiore complessità dato l’attuale contesto, del tutto eccezionale e senza precedenti, di lockdown”.
Come noto, per altro, il tema è oggetto di una feroce polemica. Le aziende hanno denunciato gravi ostacoli alla riapertura dal fatto che il contagio è equiparato agli infortuni sul lavoro, temendo le possibili ricadute penali per chi avesse lavoratori affetti da Covid.
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