Era noto a tutti come l’esperto di doll therapy, oltre che di terapie non farmacologiche con attenzione particolare per la cura delle persone affette da demenza. In queste ore è arrivata la triste notizia della scomparsa di Ivo Cilesi, medico di Genova morto nelle scorse ore dopo che si era diffusa la voce della positività al coronavirus. 61 anni, da anni si trovava a Cene e per la stazza era famoso tra i conoscenti come “il gigante buono”.
Cilesi si trovava a Salsomaggiore per uno dei suoi numerosi progetti. Le sue condizioni erano precipitate nel giro di tre giorni: una crisi respiratoria, il ricovero a Fidenza, il tampone positivo, il trasferimento all’ospedale di Parma dove è morto. Alle pagine del Corriere della Sera, la sorella ha raccontato: “Abbiamo scherzato fino a giovedì. Poi ho ricevuto duecento telefonate, siamo sconvolti. Ivo era un grande uomo”.
A ricordare Cilesi anche Paola Brignoli, vice presidente del centro Innovative Elder Research di San Paolo d’Argon: “Era il massimo studioso delle terapie non farmacologiche, l’ideatore della doll therapy e della terapia del viaggio. Un personaggio con grande umiltà che non metteva i manifesti di quello che faceva”. Laureato in scienze dell’educazione e pedagogia, il medico aveva iniziato la sua carriera al centro Alzheimer d’eccellenza dell’ospedale Briolini di Gazzaniga e alla fondazione Santa Maria ausiliatrice (il Gleno).
Poi la collaborazione con il politecnico di Milano, sempre sull’Alzheimer, e un progetto con l’Università di Bergamo sulla doll therapy a domicilio. Consulenze e insegnamenti anche in Svizzera, in Svezia e a Cuba. Di recente si era sentito con Manuela Berardinelli, presidente della onlus Alzheimer Uniti Italia: “Erano state donate delle bambole alle case di riposo del Maceratese e non potevamo che rivolgerci a Ivo, dotato di competenza e cuore. Era il maestro, un gigante buono”.
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