C’è una lettera, un appello, che in queste ore di emergenza coronavirus tutti quanti dovremmo leggere, condividere e soprattutto accogliere. A scrivere è Giulia U., su un gruppo chiuso di Facebook e la sua lettera è stata ripresa dall’HuffingtonPost. “Visto che questo benedetto Coronavirus fa veramente del male solo a chi ha un quadro clinico già compromesso, lasciate che a parlarvene sia proprio una di quelle a rischio. Prendo un benedetto farmaco che si chiama ‘Gilenya’ (se siete interessati ad andarvi a vedere i suoi leggeri effetti collaterali) che rende le mie difese immunitarie un colabrodo”, prosegue il post. Una condizione, quella di Giulia, che la rende un soggetto a rischio in caso di contagio da Covid-19.
“Se io mi prendo il coronavirus sarò una di quelle che poi sotto alle notizie starete tutti a scrivere ‘Eh, vabbè. Ma era già malata’. Io lo capisco, vi fa stare un po’ tranquilli sapere chi in questo momento sta messo peggio di voi. Sapete chi siamo? Siamo quelli che hanno già affrontato un cancro, quelli che combattono con malattie degenerative, quelli che hanno avuto infarti. Siamo quelli che la loro battaglia l’hanno combattuta o la stanno combattendo e trovo dannatamente ingiusto che voi, sani e belli come il sole, stiate evitando tutte le sante regole che potrebbero arginare in parte il problema”, dice Giulia.
Lo sfogo continua, volto a sensibilizzare chi non rispetta le norme per prevenire il contagio: “Voi che dite che è una banale influenza e quindi vi riunite al centro commerciale, che organizzate pranzi ‘contro la paura’, voi che scappate dalle zone rosse, voi che non capite che la vita non ruota sempre attorno a voi. È il primo e l’ultimo post che faccio sull’argomento, è già stato scritto fin troppo. Vi si chiede solo un briciolo di rispetto per chi rischia davvero e non fa continuamente piagnistei come la maggior parte degli italiani. Dateci una mano”.
Le parole di Giulia riguardano tutti noi. Leggiamole, mandiamole ai nostri contatti e cerchiamo di pensare ai tanti come lei che in queste ore sono davvero a rischio. Il primo atto di responsabilità è il nostro, solo così si può sconfiggere il coronavirus. E rispettiamo le norme del governo.
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