Da settimane ormai il decreto Salva Roma è sul tavolo del Governo, e ancora ad oggi la questione romana non è riuscita a far trovare un accordo alla maggioranza giallo-verde. La polemica tra Lega e Movimento Cinque Stelle è iniziata lo scorso 4 aprile, quando la sindaca di Roma Virginia Raggi e la viceministra all’Economia Laura Castelli hanno presentato la norma. Lo scopo di quest’ultima è quello di cancellare il debito storico della Capitale romana, che sfiora i 12 miliardi di euro. Ma cosa prevede esattamente il Salva Roma?
Purtroppo alle attuali condizioni del debito, quei 500 milioni di euro annui presto non saranno più sufficienti a coprire tutte le spese. Infatti già dal 2022 la società potrebbe non essere più in grado di pagare i debiti. Il decreto “salva Roma” dunque prevede proprio di far cambiare “proprietà” ad una parte del debito della Capitale. Si tratta di un prestito obbligazionario emesso nel 2004 (sindaco dell’epoca Walter Veltroni) di 1,4 miliardi a cui si devono aggiungere 2,2 miliardi di interessi con scadenza 2048. Inoltre la norma prevede che entro il 2021 venga chiusa la gestione commissariale e tutti i debiti, alleggeriti dal prestito di cui sopra, tornino in capo alla città. Ebbene, se questo debito che il Mef già paga con la gestione commissariale passasse direttamente sotto l’ombrello dello Stato allora potrebbe rinegoziare e ottenere anche un risparmio per tutti i cittadini italiani, non solo per quelli romani.
Ti potrebbe interessare anche: Stadio, Ama, Salva-Roma: la Via Crucis di Virginia Raggi è appena iniziata