A parole, Matteo Salvini continua a prendere le distanze dall’inchiesta che, dopo la pubblicazione degli audio del sito americano BuzzFeed, lo vede accusato di aver ricevuto soldi dalla Russia di Putin in vista delle elezioni. Nei fatti, però, la sua posizione rischia di complicarsi. Perché una serie di mail sembrerebbero mettere ancora più in evidenza il rapporto esistente tra la Lega e il Cremlino. I fatti risalgono a qualche mese fa, quando il prefetto di Siracusa Luigi Pizzi aveva vietato scioperi di fronte alle raffinerie Isab di Priolo per motivi “di ordine pubblico”.
A protestare erano gli operai dello stabilimento, che appartiene al gruppo petrolifero russo Lukoil. Da un articolo di Salvo Palazzolo, pubblicato su Repubblica, emerge che il divieto di sciopero sia il risultato di una richiesta dell’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, direttamente indirizzata a Matteo Salvini. Lo scorso 22 marzo 2019, Razov avrebbe inviato una lettera al ministro dell’Interno, che si apre con un cordiale “Caro Matteo”, in cui si legge che i blocchi sindacali avrebbero portato “nel periodo fra il 2012 e il 2018 a perdite finanziarie per l’ammontare di alcuni milioni di euro, nonché arrecato danni per la reputazioni del gruppo Lukoil”.
Il documento richiedeva quindi espressamente al leader leghista di garantire “una partecipazione più attiva delle autorità italiane nella soluzione del problema del più grosso investitore russo in Italia”. Nulla a che vedere quindi, con questioni di sicurezza, ma piuttosto un richiamo su interessi commerciali ed economici di Mosca in Italia. D’altronde, continua l’ambasciatore, “la parte russa cerca sempre di creare le condizioni al massimo confortevoli per le aziende italiane che lavorano in Russia”.
Il risultato? Lo scorso 9 maggio il prefetto Pizzi aveva emesso un ordinanza con la quale si imponeva il “divieto di assembramenti di persone e/o automezzi” davanti ai 12 ingressi del polo petrolchimico, dove i lavoratori, di cui una parte è già stata licenziata, continuavano a protestare. Tanto le opposizioni quanto gli utenti sui social sono subito insorti, chiedendosi come mai “il ministro Salvini intervenga soltanto quando c’è dietro Mosca”.
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