Verona è stata scossa dall’inchiesta sconvolgente che ha portato all’arresto di cinque agenti della squadra Volanti della Questura. Le accuse sono gravi: tortura, prevaricazione fisica e odio razziale. Secondo il giudice che ha disposto gli arresti domiciliari, questi agenti avrebbero perpetrato atti di violenza inaccettabile contro fermati e soggetti sottoposti a controllo.
Uno dei casi riportati nell’ordinanza di custodia cautelare fa rabbrividire: un ragazzo fermato per l’identificazione è stato costretto a fare pipì per terra e poi trascinato in quella direzione come uno straccio per pulire il pavimento. In un altro episodio, un altro giovane è stato preso a calci alla testa fino a perdere i sensi. Gli agenti avrebbero anche spruzzato lo spray urticante negli occhi dei fermati, insultandoli con frasi offensive e razziste.
Nessuna ragione apparente
Il giudice ha anche evidenziato che questi atti di violenza non erano motivati da alcuna ragione apparente, ma sembravano essere compiuti per noia o per odio verso le persone di origine straniera. I fermati venivano derisi e maltrattati, e i responsabili si vantavano dei loro atti violenti, chiedendosi perché non avessero ucciso qualcuno.
L’indagine si concentra principalmente su un agente di nome Alessandro Migliore, ma sono coinvolti almeno 15 uomini e donne in divisa. Sette episodi di tortura e prevaricazione fisica sono stati documentati grazie alle immagini delle videocamere nascoste che la Mobile ha posizionato nella sala ‘Fermati’ della Questura. Questo solleva interrogativi sul coinvolgimento di altri agenti o su possibili omissioni di chi avrebbe dovuto vigilare sulla situazione.
Episodi raccapriccianti…
Tra gli episodi raccapriccianti riportati nelle 169 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, viene citato il furto di piccole somme di denaro dai fermati, solo qualche decina di euro. Tuttavia, secondo la giudice, gli arrestati sembravano agire senza una motivazione reale. In alcuni casi, l’odio etnico, nazionale o razziale sembrava essere il motore delle violenze perpetrate.
Un episodio emblematico coinvolge A.T., un straniero senza documenti fermato durante un controllo di routine. Gli agenti lo hanno maltrattato brutalmente, colpendolo con calci, schiaffi e spintoni. Lo hanno minacciato di usare nuovamente lo spray urticante e lo hanno trascinato in una stanza chiamata ‘Fermati’, dopo averlo fatto urtare violentemente la testa contro una panca presente in questura.
Le accuse contro questi agenti mettono in evidenza una cultura di violenza diffusa all’interno della Questura di Verona, che è stata definita “una consuetudine nell’utilizzo ingiustificato di viol