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Cottarelli, spallata alla manovra giallorossa: “Peggiorerà i conti pubblici”

Carlo Cottarelli, divenuto celebre quando gli fu affidato l’incarico di formare il governo prima del Conte-1, ha appena pubblicato il suo nuovo libro “Pachidermi e pappagalli”. Il libro è un’occasione per fare il punto su quanto successo in questi ultimi anni a livello politico ed economico. Ma è anche un pretesto per dare un giudizio sulla manovra che il governo giallorosso sta mettendo a punto in questi giorni. Con il voto del 4 marzo 2018 e il successivo governo gialloverde, secondo Cottarelli “c’è stata una svolta statalista”, forse appena attenuata dal successivo esecutivo giallorosso che comunque non è riuscito a produrre niente di meglio che “una manovra di galleggiamento”.

Nel libro Cottarelli sostiene che manovre espansive sono incompatibili con la riduzione del debito. E al Corriere della Sera in un’intervista pubblicata oggi dichiara: “C’è una giusta via di mezzo. Se ci muoviamo per tempo, con una crescita del Pil dell’1-1,5% salgono le entrate e basta congelare le spese in termini reali e in 3-4 anni si raggiunge il pareggio di bilancio e il debito comincia a scendere. Potevamo farlo tra il 2014 e il 2018, ma abbiamo perso l’occasione”.

Neppure l’ultima manovra sembra però migliorare la situazione. “Non è né espansiva né regressiva. È neutra, anzi un po’ peggiora i conti pubblici”. Interpellato su Reddito di cittadinanza e Quota 100 dichiara: “Il Reddito parte da un principio giusto: dare un sostegno rispetto all’aumento della povertà, ma è stato fatto male: favorisce i single e penalizza le famiglie numerose, dove è più diffusa la povertà; non tiene conto del diverso potere d’acquisto tra Nord e Sud. Quota 100 ha peggiorato l’andamento della spesa previdenziale, che già era poco rassicurante prima”.

Sulle pensioni Cottarelli propone di “consentire a chi fa più figli di andare in pensione prima. Avrebbe il vantaggio di incentivare la natalità senza un costo immediato per lo Stato”. Tornando alla “svolta statalista”, come l’ha definita lui, si parla anche delle conseguenze nelle vicende Ilva e Alitalia. “Su Ilva non conosco bene il dossier. Su Alitalia, invece, andiamo avanti da anni con “prestiti ponte” che non verranno mai restituiti. Il salvataggio ci è costato finora quasi 10 miliardi, ma non c’è motivo per cui lo Stato debba avere una compagnia aerea”.

In questo libro Cottarelli cerca di smontare le bufale economiche, ne ha elencate una cinquantina. Gli viene chiesto quale sia la più pericolosa. “In realtà, il loro insieme, che forma una narrazione dove si attribuiscono ad altri colpe che sono nostre: l’Ue, l’euro, il Grande Vecchio invece di correggere i nostri errori”.

 

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