Il Covid può essere paragonato ad un raffreddore o a una influenza? Da quando la variante Omicron sta diventando dominante in tutto il mondo, diversi Paesi hanno deciso di compiere una svolta nella gestione della pandemia, considerando il virus meno pericoloso di quanto fosse all’inizio. È il caso ad esempio di Gran Bretagna e Spagna, dove le poche restrizioni rimaste presto verranno abolite del tutto. Il governo italiano, invece, sembra essere di tutt’altro avviso. Lo mette in chiaro il ministro della Salute Roberto Speranza che, ospite di Veronica Gentili a Controcorrente, invita tutti a fare “attenzione alle parole”.
“Attenzione alle parole. La Spagna ha solo detto che vuole lavorare a costruire un modello diverso. Ma questo lo vogliamo tutti chiaramente. – dichiara Speranza a Controcorrente – Anche l’agenzia europea Ecdc sta aprendo una discussione che va in questa direzione. Io penso che un Paese che conta qualcosa come 300 decessi al giorno deve anche essere attento alle parole. Ho sentito troppo spesso banalizzazioni come dire che è un raffreddore o un’influenza”, frena gli entusiasmi il ministro della Salute.
“Io penso che siano sbagliate quelle impostazioni. – prosegue Speranza – Ma penso al tempo stesso che con i vaccini, con tre dosi di vaccino in modo particolare, Omicron è molto più debole e ci sono molte meno possibilità che il virus possa portare una persona in ospedale. Allora per me non è né un raffreddore né un’influenza. E questa fase pandemica va trattata con la massima attenzione. Però il vaccino ci consente di fare cose che prima non potevamo fare. Perché non dimentichiamo che abbiamo fatto 120 milioni di somministrazioni, che è un dato straordinario, incredibile”.
“E mi consenta di ringraziare ancora il nostro personale sanitario che è stato protagonista di questi numeri a cui ci siamo forse anche un po’ abituati. – aggiunge rivolto alla Gentili – Ma negli ultimi giorni abbiamo sempre fatto 700mila somministrazioni in 24 ore. Un numero incredibilmente alto. È questo che ci ha consentito di gestire il Covid in maniera diversa. Con questi numeri di contagi, senza vaccini, saremmo stati costretti a misure durissime, quelle del passato. Oggi possiamo permetterci di non averle perché c’è un 90 % di persone che hanno fatto il vaccino”, conclude.
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