Dalla seconda metà del 2017 in poi abbiamo assistito ad un’impennata d’interesse per Bitcoin e criptovalute alternative, e al momento non vi sono ragioni per ritenere che la rivoluzione dei pagamenti digitali non continui durante tutto il 2018 e oltre. C’è dunque ancora ampio spazio di crescita, e chi decidesse di scommettere oggi qualche euro sulle valute digitali giuste, potrebbe ottenere un eccezionale ritorno in futuro. Ma quali criptovalute bisognerebbe acquistare oggi per guadagnare nel 2018/2019?
E’ difficile prevedere quale criptovluta abbia ottime possibilità di crescita e sopratutto la possibilità di perdere tutto è molto concreta. Chi decide di investire lo fa dunque a proprio rischio e pericolo.
Ark è un progetto estremamente promettente che si appoggia ad una propria blockchain per validare le transazioni, un progetto articolato e diverso dalle altre “semplici” criptovalute. Ma le similitudini con il più noto Bitcoin si fermano qui e, proprio per questo, potrebbe essere interessante scegliere Ark come forma d’investimento a medio-lungo termine: se, come si spera, il framework che offre agli sviluppatori inizierà ad essere adottato, il ritorno per chi ci ha scommesso ora sarà indubbiamente elevato.
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Che cos’è Ark
Ark è un progetto articolato e diverso dalle altre “semplici” criptovalute. Lanciato sul mercato a marzo 2017 dopo una raccolta di fondi (ICO) non molto soddisfacente, è una piattaforma rivolta agli sviluppatori (sia grandi aziende, sia startup), che consente di realizzare blockchain personalizzate in modo relativamente semplice. In definitiva: Ark funziona un po’ come un framework per la blockchain.
L’ecosistema di Ark nasce dalla collaborazione e dallo sforzo di ben 17 team di sviluppo provenienti da 11 diversi paesi del mondo. Ark utilizza la tecnologia “Smartbridge” ovvero un ponte di connessione tra diverse blockchain che rende i coin più forti e permette alle app di raggiungere un audience più ampia.
Gli Smart Bridge sono sostanzialmente “adattatori” che mettono in comunicazione le varie blockchain consentendo, ad esempio, di scambiare pagamenti fra criptovalute differenti oppure dati fra app di prossima generazione. Ogni applicazioni basata sul “framework” Ark è automaticamente in grado di funzionare da Smart Bridge e dialogare con tutte le altre che impiegano Ark.
Qual’è il suo obiettivo
L’obiettivo di Ark è fornire i servizi blockchain che vogliono gli utenti e che servono agli sviluppatori. È un progetto “consumer oriented” (a favore degli utenti), che garantisce transazioni anonime e ultra-veloci. La velocità delle transazioni è molto buona: si parla infatti di soli 8 secondi per ottenere la conferma. Il costo di rete viene pagato tramite la “moneta” (token) del progetto: ARK (tutto maiuscolo). Ogni transazione costa 0.1 ARK, ma il costo verrà abbattuto ad appena 0.01 ARK già dal prossimo aggiornamento al “core” dell’architettura.
Il sistema prevede un tetto massimo al numero di ARK generabili: pocomeno di 130 milioni, ovvero un numero decisamente ridotto e che argina la svalutazione entro valori-limite già prestabiliti.
Ark: come funziona e quali sono le caratteristiche principali
Ark non è solo una criptovaluta, ma un ecosistema user-friendly che promuove la tecnologia blockchain per consumatori e sviluppatori. Queste sono le caratteristiche principali di Ark network che si basa su una rete peer-to-peer:
- la community degli utilizzatori e del team di sviluppo che conta oltre 30 persone
- un token basato su linguaggio open source, algoritmo di consenso DPoS sviluppato da Bitshares e blockchain derivata da Lisk
- più blockchain unite tra loro dalla tecnologia SmartBridge
- sicurezza e privacy garantita dalla totale anonimità delle transazioni
- obiettivo principale: mettere la tecnologia blockchain a disposizione di tutti
Ark è stato emesso in circa 125 milioni di unità, distribuite secondo il seguente prospetto:
- 75% dei token per utenti che lo hanno scambiato sugli exchange
- 15% dei token al team di sviluppo
- 7% dei token all’Ark Shield Program
- 2% dei token in beneficienza
- 1% dei token per l’escrow
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Come generare nuovi mining
Ark non prevede il mining come metodo per generare nuove monete. Al contrario dei sistemi Proof of Work (PoW) come Bitcoin o Litecoin, non è dunque necessario dotarsi di hardware costoso e consumare gigawatt di corrente per creare nuovi token. Ark adotta infatti un’architettura Delegated Proof of Stake (DPoS) che funziona un po’ come una sorta di democrazia rappresentativa:
1. ogni utente che detenga ARK nel proprio wallet può votare un altro utente, chiamato “delegato”
2. i 51 delegati con più voti in assoluto sono autorizzati a generare nuovi blocchi di ARk
3. i 51 delegati possono decidere di condividere i profitti con chi li ha votati
(In vero, è una forma di democrazia alquanto distopica: ogni voto ha un prezzo e i delegati eletti pagano direttamente i propri votanti: quelli che riescano a generare un numero più elevato di ARK possono pagare di più per rimanere in carica, farsi più “pubblicità” e raccogliere un maggior numero di voti. Inoltre, più ARK ogni utente ha nel borsellino e più viene pagato, “i ricchi diventano ancora più ricchi”, mentre ai “poveri” vanno le briciole).
Politica a parte, il sistema offre a noi utenti l’indubbio vantaggio pratico di generare un’interesse in ARK senza lasciare il PC acceso e/o il programma in esecuzione: basta votare un delegato che farà il lavoro al posto nostro e raccogliere i frutti. Il delegato ha tutto l’interesse a pagare i propri votanti secondo le promesse fatte in “campagna elettorale”: in qualsiasi momento, infatti, gli utenti possono cambiare il proprio voto e “sfiduciarlo”.
Quanto si può guadagnare investendo in Ark?
Come tutte le operazioni con una marcata tendenza speculativa, non è possibile sapere a priori quale sarà il ritorno del nostro investimento. Se le aziende inizieranno ad adottare concretamente la piattaforma Ark per realizzare i propri progetti, il prezzo schizzerà alle stelle molto rapidamente (in particolar modo se sarà un grande marchio tecnologico, come Microsoft, Google, Amazon ecc. a scommetterci). In caso contrario, il valore resterà più o meno stabile se il mercato identificherà Ark come “deposito di valore”, oppure scenderà progressivamente fino allo zero nel caso peggiore.
La decisione di investire o meno dipende dunque dal grado di fiducia che riponiamo nella tecnologia e, ancor più, nella capacità che avrà il team di farla adottare dagli sviluppatori. ARK nasce il 22 marzo 2017 con un valore di 0,032$, in soli 3 mesi, l’8 giugno 2017 supera il dollaro arrivando a 1,11$. All’inizio la crescita è sempre costante, il 15 settembre tocca i 4,05$, mentre nei mesi successivi scende di qualche punto.
Il 30 novembre 2017 parte da un prezzo di 2,93$ e arriva al (21 dicembre 2017) con un record di 8,57$, generando un ROI del 192% che si piazzava al 38° posto nella classifica delle criptovalute per capitalizzazione di mercato con un cap di oltre 800 milioni di dollari. Ad oggi , il prezzo di Ark è pari a 4,50$ (fonte: coinmarketcap).
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