Il governo Draghi è ormai solo un pallido ricordo per le forze politiche che si sono gettate anima e corpo nella campagna elettorale. Cero, il corpo ancora caldo dell’ormai ex premier viene ancora utilizzato politicamente dall’una e dall’altra parte. È anche il caso dell’ex parlamentare berlusconiano, Andrea Cangini, passato da pochi giorni tra le file di Azione di Carlo Calenda, in aperta polemica con la decisione del suo leader Silvio Berlusconi di staccare la spina a Draghi. Ma Cangini, ospite di Omnibus su La7, ha il dente avvelenato soprattutto nei confronti del leghista Matteo Salvini.
“Mai come in questo caso il discrimine è tra politica e demagogia. – attacca Cangini a Omnibus – E se imbarchi anche il M5S ricominci da capo. Questa crisi, e spero che sia chiaro perché tanto chiara non è stata la dinamica, nasce per un errore clamoroso di Conte che sperava di tendere la fune senza spezzarla, per guadagnare l’immagine di chi sta all’opposizione pur stando al governo”, spiega il neo calendiano.
“E anche per un calcolo strumentale di Salvini che ha convinto Berlusconi ad accelerare e a fare la crisi. – prosegue nel suo sfogo Andrea Cangini – Volevano la rottura del governo e le elezioni anticipate perché Salvini ha capito che ogni giorno in più che passava da qui alle elezioni perdeva voti e la Meloni lo schiacciava. Quindi per un calcolo di interesse di partito si è messo in crisi il governo più autorevole e solido della storia italiana, nel momento più difficile della storia repubblicana, all’alba della crisi che si annuncia più complessa degli ultimi 40 anni”, questa l’opinione dell’ex azzurro.
“Perché, se è vero quello che tutti i centri studi internazionali dicono, la recessione annunciata per il prossimo autunno sarà peggiore di quella del 2008. Questo è il quadro. Per me è una tragedia nazionale dovuta alle ambizioni di un leader calante e politicamente morente, Matteo Salvini, e alla abdicazione di Forza Italia a difendere il proprio ruolo di realismo e buon senso. Fino al giorno prima noi dicevamo che era merito nostro di aver salvato l’Italia perché c’è Draghi”, conclude Andrea Cangini.
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