In queste ore convulse, dove è in bilico la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, anche Alessandro Di Battista decide di tuffarsi nella baruffa politica che vede come posta in gioco anche la sopravvivenza stessa di quello che fu il ‘suo’ Movimento 5 Stelle. E così Dibba pubblica un lungo post sulla sua pagina Facebook dove azzanna senza pietà l’ex amico e compagno di Movimento, Luigi Di Maio. Ma non risparmia critiche nemmeno al premier Draghi sul quale svela alcuni retroscena.
“Non devo difendere il Movimento 5 Stelle (figuriamoci, nell’ultimo anno e mezzo è indifendibile, dal ‘Draghi è grillino’ in poi è stato un suicidio continuo) tuttavia amo difendere la verità. – scrive Di Battista nel post – È evidente che Draghi si sia stancato di fare il presidente del Consiglio. In realtà non l’ha mai voluto fare. Accettò sperando di diventare presto presidente della Repubblica”, questa l’opinione dell’ex grillino sulle intenzioni del premier.
“Ora prende la palla al balzo per andarsene, mentre gran parte della Stampa dà tutte le colpe a Conte descrivendolo come un irresponsabile perché ci ha fatto perdere (a detta loro) il miglior presidente del Consiglio della galassia. Scemenze. – affonda ancora il colpo Di Battista contro il dimissionario capo del governo – Se Draghi davvero lo volesse sarebbe ancora non solo il presidente del Consiglio, ma il presidente del Consiglio di un governo di unità nazionale, perché quasi tutti gli voterebbero la fiducia”.
“Oggi addossare a Conte le responsabilità di questa pseudo caduta del governo, che poi non so se ci sarà, è una falsità meschina che portano avanti giornali e politici, come Di Maio, a cui del Paese non interessa nulla, gli interessano le poltrone e il proprio potere. – ecco la stoccata contro l’ex amico – Dovrebbe affrettarsi a costruire il suo partito con la colla vinilica, con l’agendina in mano alla Carlo Verdone in ‘Un sacco bello’ a chiamare tutti i democristiani d’Italia, De Luca, Tabacci, Mastella, per costruire questa Democrazia cristiana 2.0. Nessuno ha mentito come lui nella storia politica italiana. Nemmeno Renzi, che in confronto sembra un personaggio del libro Cuore”, conclude.
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