In attesa del voto di fiducia al governo Draghi, le diverse forze politiche sono in fibrillazione. Resta ancora mistero fitto su cosa deciderà di fare Giuseppe Conte e se il M5S dovrà subire una nuova scissione dopo quella di Luigi Di Maio. Il Pd resta invece fermo sul suo pieno sostegno al presidente del Consiglio. Più ingarbugliata invece la situazione nel centrodestra. I leader di Lega e forza Italia, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, hanno giurato di non volere mai più stare al governo con il M5S. Ma il sospetto della loro alleata, Giorgia Meloni, è che i due decideranno ugualmente di concedere la fiducia a Draghi. Per questo chiede spiegazioni.
Il vertice tenuto a Villa Grande, una delle residenze di Silvio Berlusconi, ha prodotto come risultato un comunicato ufficiale del centrodestra di governo sul fatto che, piuttosto che governare ancora insieme al partito di Conte, è meglio andare subito ad elezioni. A settembre o ai primi di ottobre. Ma Berlusconi e Salvini non hanno sbattuto definitivamente la porta in faccia a Draghi. Fatto che manda su tutte le furie la Meloni che, con Fratelli d’Italia, è sempre rimasta all’opposizione.
“È normale che ci sia un coordinamento tra le forze di governo”, cercano di minimizzare dalle parti di Fdi. Sarebbe poco comprensibile che il centrodestra sostenesse ancora un governo che blocca il Parlamento da settimane per le sue divisioni. Se dovesse succedere dovrebbero spiegarcelo”, affondano poi il colpo i meloniani secondo un retroscena pubblicato da La Stampa. “Ecco perché non ci fanno votare. – si lamenta invece Giorgia Meloni – A sentire la stampa sembra che tutta Italia stia supplicando Draghi di rimanere. Come se questo governo fosse nel cuore di tutti gli italiani. Però poi la stessa stampa avverte che, se si votasse, stravincerebbe chi sta all’opposizione. Tipiche dissonanze collettive della sinistra”.
Il capogruppo di Fdi in Senato, Luca Ciriani difende invece Draghi che “ha ricevuto delle pressioni incredibili. Il Pd e l’attuale maggioranza hanno fatto e faranno di tutto fino all’ultimo minuto per rimanere al potere, sfidando la logica che imporrebbe a questo punto di andare a nuove elezioni. Nell’ultima legislatura abbiamo avuto tre governi creati in laboratorio finiti tutti male. Che senso avrebbe continuare a insistere su questa strada?”, si domanda polemico.
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