Giuseppe Conte presenterà le proprie dimissioni nelle prossime ore. Alle 9 del 26 gennaio è infatti convocato il Consiglio dei ministri in cui il premier comunicherà ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per fare un passo indietro. In precedenza era circolata l’ipotesi che il Cdm si sarebbe riunito nella serata del 25, poi invece il cambio di programma. Ancora qualche ora, insomma, e poi il presidente del Consiglio salirà al Colle per formalizzare la decisione al capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Si tratta, come evidente, di una settimana-chiave per il futuro del governo. Con Conte che ha rinunciato all’ipotesi di sfidare l’aula del Senato, dove i numeri lo mettevano più che a rischuo. Darà invece le dimissioni per puntare al reincarico per la formazione di un Conte-ter. Repubblica scrive di un premier che avrebbe potuto recarsi al Quirinale anche prima, cercando il reincarico forte del sostegno dei “responsabili” centristi, ma ha invece deciso di rinviare.
L’idea di un Conte-ter accende di nuovo i riflettori sul rapporto tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi: una partecipazione di Italia Viva alla nuova maggioranza garantirebbe numeri solidi, ma se ci fossero anche dei centristi, non sarebbe un supporto determinante. Non bastassero i responsabili, invece, il sostegno del Rottamatore sarebbe indispensabile.
Il capo delegazione del Pd, Dario Franceschini, ha nel frattempo convocato una riunione dei ministri dem a cui parteciperà anche il segretario nazionale Nicola Zingaretti. Il M5s si era invece confrontato nelle ore precedenti per fare il punto sulla situazione. Insieme, i due principali partiti della maggioranza insistono per una soluzione pilotata della crisi e mettono in guardia tutti, a partire proprio da Renzi: o si governa il Paese o si va al voto.
Sempre più probabile, Conte verso le dimissioni lampo per fare un nuovo governo